L'INTERVISTA La moglie di Garbosi sempre in prima fila Miriam, l'eterna madrina «Una grande emozione ricordare Enrico così» «Questi giovani migliorano anno dopo anno Paolo Vittori è eccezionale nell'organizzazione, a lui devo davvero tanto» m Sempre gentile e disponibile, Miriam Garbosi è una presenza fissa nel parterre del palazzetto sia in occasione del torneo giovanile che ormai da 28 anni commemora il marito, sia nelle partite casalinghe della Pallacanestro Varese, a fianco dell'amico Paolo Vittori. Come ha conosciuto suo marito Enrico? Lo conobbi a Como nel 1947. Allora non allenava ancora la Pool Comense, ma la Reyer Venezia. Successivamente venne a Como, dove la nostra squadra "giochicchiava". Vedendo che ci potevano essere buone speranze di crescita e miglioramento, iniziò ad allenarci. Io giocavo nella Co-mense e con lui vincemmo 4 scudetti consecutivi dal 1949 al 1953. Ricordo in particolare uno dei successi a Roma, dove vincemmo con un punteggio ri- dicolo, non mi ricordo di preciso, ma si arrivò a malapena ai 30 punti. Allora non si segnava tanto, ma quella vittoria fu un'emozione molto speciale. Com'era la pallacanestro di quegli anni? Noi come squadra eravamo già molto organizzati, avevamo molti schemi d'attacco mentre in difesa utilizzavamo il pressing a tutto campo, difendendo a uomo. Facevamo molta preparazione fisica prima del campionato, prestando tanta attenzione ai fondamentali. Un ricordo sul primo, storico, scudetto vinto nel 1961 dalla Pallacanestro Varese allenata da suo marito? Fu emozionante, e soprattutto inaspettato dato che l'età media di quella squadra era abbastanza alta. Pensare che tanti protagonisti di quell'impresa non ci sono più è una stretta al cuore, ma ne conservo dei ricordi indelebili. Cosa prova nel vedere ogni anno Enrico ricordato con questo magnifico torneo? Sono belle emozioni, difficili da descrivere, è sempre qualcosa che commuove vedere così tanti ragazzi impegnarsi e giocare un basket che sarebbe piaciuto a mio marito: è bello vedere i continui miglioramenti nella pallacanestro giovanile rispetto ad una volta, quando c'era magari un unico giocatore che teneva in piedi una squadra, prendeva la palla dalla sua linea di fondo, faceva tutto il campo e tirava. Adesso ci si passa la palla, si gioca molto di squadra. Anche questa edizione è stata un successo e tutta questa gente al palazzetto lo dimostra. Tutte le edizioni sono riuscite benissimo. Paolo Vittori è davvero eccezionale nell'organizzazione, a lui devo veramente tanto. Io credo tantissimo nel valore di questa manifestazione, ma non faccio più parte dell'organizzazione, perché, anche se l'entusiasmo e la passione sono immutati, c'è anche l'età. Non rin-grazierò mai abbastanza Paolo, i suoi collaboratori, l