Basket Serie A: ieri presentazione del concorso "Ti aspettiamo in Sardegna" Banco, obiettivo semifinale Sardara vuole l'Europa e promuove il team Stefano Sardara, presidente della Dinamo Banco di Sardegna. Alle sue spalle Jack Devecchl ?? "Ti aspettiamo in Sardegna" è una promessa mantenuta. Per i turisti e per le avversarie da playoff scudetto. Il titolo del concorso che per il quinto anno mette in palio un weekend nell'isola per 4 persone (info su dinamobasket.com) è applicabile anche alla squadra sassarese. Arrivata al settimo playoff, ottavo aggiungendo anche quello per la promozione in serie A. Unico giocatore sempre presente è il capitano Jack Devecchi, bandiera bian-coblù e giocatore più fedele del campionato con 11 stagioni nello stesso club: «Stiamo lavorando bene e rispettando sempre il progetto della società. C'è una continuità importante. Siamo regolari anche in Cop- pa Italia, visto che abbiamo sempre disputato la Final 8 dal 2012, e quello è un altro bel segnale». Gli incroci. La Dinamo ha ricevuto in Sardegna per i playoff tre volte Milano, due volte Reggio Emilia, una a testa Bologna, Siena, Cantù, Brindisi e Trento. L'aritmetica dà per sicura la partecipazione alla fase per il titolo tricolore, ma con tre giornate da disputare è ancora presto per capire quale posizione avrà Sassari nella griglia di partenza: in teoria è ancora raggiungibile il terzo posto, le proiezioni indicano più probabile la quarta o quinta posizione. De vecchi ribatte: «Abbiamo dimostrato che la posizione di partenza non conta, l'anno che abbiamo chiuso la stagione regolare da secondi siamo usciti subito ai quarti contro Cantù (2012/13) e invece abbiamo vinto lo scudetto 2015 partendo dal quinto posto. Avere il fattore campo è un vantaggio ma non è decisivo. Il fattore più importante sono la testa e le gambe, in Coppa Italia siamo arrivati in finale perché stavamo bene. Dobbiamo arrivare al meglio anche nei playoff». E il presidente Stefano Sardara ha ricordato: «Superare il primo turno dei playoff significa restare ancora in una coppa europea». Bilancio e futuro. Il numero uno biancoblù si è soffermato poi sul presente e sul futuro. «In precampionato avevo avuto sensa- zioni positive, pur conscio delle difficoltà di quando si apre un nuovo ciclo per di più su basi tecniche differenti. Poi tra ottobre e novembre è stata l'apoteosi della legge di Murphy: tutto quello che poteva andare male andava. In ogni caso se siamo diventati specialisti delle gare all'ultimo minuto è perché abbiamo imparato sulla nostra pelle con quelle sconfitte al fotofinish». Spiega così i cambi di due giocatori stranieri. «Con Johnson-Odom e Olaseni non è stato tanto un discorso tecnico, quanto mentale e caratteriale. E quello dipende anche dal contesto e da altri fattori che prescindono dagli scout». Il futuro. In ogni caso è stata una stagione che farà da base per la prossima: «Dobbiamo fare tesoro di quello imparato quest'anno e continuare a puntare su giocatori che ci mettono l'anima. L'anno del triplete avevamo giocatori con fame, l'anno dopo no, quest'anno li abbiamo di nuovo, pur con una filosofia e caratteristiche tecniche diverse, oggi ci basiamo molto sulla difesa. Siamo una società nella fascia media e paradossalmente è più complesso: non hai i mezzi per trattenere chi vorresti ma sei un punto di rilancio per giocatori come Lacey. Dobbiamo cercare di mantenere il maggior n