L'OPINIONE Una guida sicura aii'aiba dei futuro di GIANCARLO PIGIONATTI £ stato un sapiente e resistente timoniere nella burrasca, a maggior ragione lo sarà con il mare calmo. Per dire di Attilio Caja alla guida di Varese anche per la prossima stagione: mai decisione è stata più giusta nella speranza che il club bianco-rosso si possa spendere in un impegno più durevole nel tempo avendo a che fare con un tecnico abile ed esperto, tra i migliori in circolazione, in virtù di una carriera testimoniata dai fatti. Il tecnico pavese, ovviamente, è felice per aver visto trionfare i suoi meriti, sull'amata scena, per di più in una "piazza grande " alla ricerca - vana nelle ultime stagioni - di risultati degni della sua fama. Uno stimolo in più, al di là della sicurezza del posto (di lavoro), soprattutto dopo l'amara conclusione della sua avventura due anni fa. Una ferita ora rimarginata: il tempo è galantuomo, vien da dire allo stesso Caja (foto Blitz), convinto (senza mai vantarsi) della sua forza-lavoro in palestra, testimoniata dalla sua storia a differenza di allenatori dell'ultima ora, "trom-bazzati da un esagerato battage sulle proprie qualità. Con l'allenatore già "programmato", diventa inevitabile pensare a quale squadra gli toccherà: se zeppa di conferme o se riformata, quindi abbastanza rivoluzionata da dinamiche di mercato che, se non sei la danarosa Milano, devi subire in un valzer di cifre, spesso folli e insostenibili. A monte, tuttavia, resta sempre da capire chi sia a scegliere effettivamente un giocatore mentre, ufficialmente, dirigenti e allenatori, più o meno diplomaticamente, sostengono che le decisioni sono collegiali non esistendo ingaggio senza il comune accordo delle parti. Due teste pensanti sono meglio di una, osserva Caja, alludendo verosimilmente a Coldebella, a patto che l'allenatore convenga - meglio come ultima parola - sul prospetto indicato, compatibilmente con le risorse finanziarie a disposizione. Se dipendesse da Caja, diverse conferme sarebbero già pacifiche, pensando magari a Johnson. Nel frattempo gli uomini di Caja affrontano in trasferta l'Umana che, animata da potenti motivazioni, cerca la certezza notarile del secondo posto. Com'è triste Venezia, cantava Aznavour, il quale, evidentemente, non aveva mai visto Porto Marghera. Non sia mai detto, al contrario, per Varese, già vittoriosa ad Av