L'intervista De Nicolao e le dichiarazioni del Ds: «Siamo molto dispiaciuti per quello che ha detto, in campo abbiamo dato tutto» «La squadra non è mai stata spaccata in due, italiani e stranieri» UN'INTERVISTA in due tempi. Raro, ma può succedere, specialmente se accadono, giorno dopo giorno, avvenimenti che cambiano l'agenda degli argomenti. Così, la seconda parte dell'intervista a Andrea De Nicolao, quella che riguarda il bilancio dell'annata, è frutto di una chiacchierata svolta sui tavoli di «Prospero», una settimana fa, in occasione del saluto della Pallacanestro Reggiana ai tifosi, mentre la prima è di stretta attualità e parte dalle dichiarazioni rilasciate in Tv dal ds bianco-rosso, Alessandro Frosini, che ha indicato come principale colpevole dell'annata non esaltante della Grissin Bon proprio «il gruppo degli italiani» che avrebbe pensato «più alle proprie statistiche» che all'interesse della squadra. Ma il giocatore veneto, che ha un contratto con il sodalizio di via Martiri della Bettola sino al 2018, con clausola di uscita a favore della società entro giugno di quest'anno, non ci sta. De Nicolao, lei che è anche consigliere della Giba, il sindacato dei giocatori che si è espresso con un duro comunicato contro le parole di Frosini, cosa pensa delle conside- IL FUTURO «Nessuno mi ha ancora detto niente -dice De Nicolao -, ci incontreremo con il management e ne parleremo» razioni del ds? «Prima di parlare con lei mi sono consultato con tutti gli altri giocatori italiani della squadra, e dunque, anche a nome loro. Le dico che siamo molto dispiaciuti per ciò che ha detto. Perchè noi abbiamo sempre messo in campo tutto quello che avevamo, abbiamo messo a disposizione tutta la nostra professionalità, abbiamo sem- DOPO LE CRITICHE «Se si deve puntare il dito, allora lo si faccia fino in fondo Avrebbe potuto fare i nomi» pre, e doverosamente, accolto tutte le richieste dello staff. In più la squadra non è mai stata divisa in due gruppi, italiani da una parte e stranieri dall'altra. Ci sentivamo tutti insieme Pallacanestro Reggiana». Magari Frosini non si riferiva a tutti gli italiani... «E allora se si deve puntare il dito, che lo si faccia fino in fondo. Avrebbe potuto fare dei nomi e non generalizzare». Nel frattempo lei ha parlato con la società del suo futuro? «Nessuno mi ha ancora detto niente, ma la prossima settimana insieme al mio procuratore, Andrea Ricci, ci incontreremo con il management e parleremo anche di questo tema». Ritiene che lo scontro tra voi italiani, con la Giba che si è messa in mezzo, e Frosini, fresco di rinnovo, potrebbe pregiudicare il proseguimento del suo rapporto con Reggio? «Mi pare prematuro affrontare questo tema. Sono comunque cose di cui parleremo insieme nell'incontro che avremo». Tornando al recente passato, che giudizio dà della stagione della Grissin Bon? «Tantissimi alti e bassi: molto bene e molto male contemporaneamente. Direi tra il sei e mezzo e il sette, considerando che ai playoff ci siamo arrivati. Certo, sarebbe stato meglio fare più strada, ma Avellino ha meritato, è stata più forte». Perché in questa stagione si è vista una Reggio cosi differente da quella dell'anno passato? «Due squadre completamente diverse, due modi di giocare totalmente diversi. Nello scorso campionato c'era un gioco più pensato e ragionato, quest'anno sul parquet avevamo uno spirito più garibaldino, con grandi ondate, momenti di furore ed esa