Basket II presidente Uleb Yan den Spiegel «Virtus, l'Europa non è lontana» SELLERI All'interno BASKET L'EX FORTITUDO ORA GUIDA LA ULEB «Brava Virtus, in Europa c'è posto» Van den Spiegel «Entrarci non è difficile: l'Italia ha 7 squadre. Porcili è un esempio ancora vivo» Massimo Sederi ¦ Bologna DAL 2016 Tomas Van den Spie-gel è il presidente dell'Uleb, l'associazione che raccoglie le leghe europee: l'ex giocatore fortitudino è un erede di Gigi Porelli, lo storico numero uno virtussino che, tra l'altro, fu anche uno dei fondatori di questa unione continentale. «Mi sembra quasi irriverente paragonarmi all'Avvocato. Sebbene fu il 1998 il suo ultimo anno da presidente, qui si parla ancora di lui con molto rispetto. Ha fatto tante cose importanti e a volte quando mi confronto con il mio predecessore, Edoardo Portela, Porelli viene ancora citato per la sua capacità di innovare, cambiando tante cose che hanno portato la pallacanestro europea ad un alto livello». Van den Spiegel, cosa pensa della promozione in serie A della Virtus? «Ho seguito i playoff di serie A2 anche perché c'era la Fortitudo che è quasi andata in finale, mentre la V nera è riuscita nell'impresa di essere promossa. Mi hanno appassionato molto e hanno dimostrato ancora una volta come Bologna sia una realtà unica nel panorama del basket mondiale. Il percor- so che ha fatto la Virtus quest'anno lo testimonia, in un solo anno la società è stata capace di costruire le fondamenta per ripartire arrivando subito a riscattare la retrocessione. Complimenti a loro». Adesso il club bianconero vorrebbe tornare a disputare una competizione europea in tempi brevi, ma l'imbuto è stretto. «Non credo ci siano pochi posti, alla fine sono 7 i posti riservati alle squadre italiane divisi nelle varie competizioni europee per cui non mi sembra ci sia un imbuto così stretto dato che sono 16 i club di serie A. La mia opinione è opposta: ci sono troppe squadre squadre che sono impegnate sia nella loro nazione che a livello continentale. Quattro manifestazioni continentali sono tante e la mia impressione è che stiamo esagerando: dobbiamo trovare una soluzione per il conflitto tra Eurolega e Fi-ba». Cosa ha provato quando ha rivisto il derby? «Mi sono emozionato e mi sono tornati in mente i miei primi momenti in Fortitudo. Era il 2001, quella era la prima volta che usci- ¦ ¦ Rivedere il derby mi ha ricordato stagioni in cui sono stato benissimo vo dal Belgio e devo dire che mi sono trovato benissimo in quegli anni a Bologna. Ci tengo ancora tanto e ho mantenuto diversi rapporti anche se prometto a tante persone che prima o poi passerò a trovarle, ma non trovo mai il tempo per farlo». Sogna un derby in Europa? «No, perché a BasketCity o sei della Virtus o sei della Fortitudo. E' vero che anche ad Atene ci si divide tra Panathinaikos e Olympia-cos, ma la capitale greca è abitata da milioni di persone, mentre i bolognesi sono molti meno per cui questa rivalità la si vive ogni giorno rendendo il derby una partita molto particolare che sempre valere qualcosa di altrettanto sentito, come una posizione di classifica, un passaggio del turno nei playoff o uno scudetto. Non può avere un valore banale, mentre nelle competizioni europee a volte le logiche sono diverse, c'è chi partecipa per fare bella figura e non per vincere e questo non è possibile in un derby». fi LA CITTA'DEI CANESTRI I PLAYOFF