L'intervista L'allenatore della Fortitudo parla del playmaker che ha firmato per i biancorossi. «Deve solo trovare più continuità» Boniciolli: «Reggio ideale per Candì, può fare il salto di qualità» Gabriele Gallo SENZA peli sulla lingua, come è suo costume. Matteo Boniciolli, coach della Fortitudo Bologna, commenta il passaggio di Leonardo Candì, da lui lanciato nel basket di alto livello, alla Pallacanestro Reggiana. Boniciolli, che giocatore si è messo in casa la Grissin Bon? «Nel panorama dei playmaker italiani, non certo ricco, lo ritengo il più interessante dopo Hackett, Cinciarini e Poeta. E' un ragazzo che, fortunatamente, considera la pallacanestro ancora una passione e un divertimento. Non c'era destinazione migliore per lui di Reggio, visto lo spazio che dà ai giovani». Lei è stato il suo piqmalione, è amareggiato per il suo addio alla Fortitudo? «No. A 55 anni ho smesso di sorprendermi di giocatori che abbandonano la società che li ha cresciuti e lanciati. Nel caso di Leo, penso che lui stia, legittimamente, programmando la sua carriera. Io ho dato a lui tutto quello che potevo, e lui a me tutto quello che poteva». È pronto per la serie A? «Per qualità tecniche e fisiche, assolutamente sì. Ha taglia e atletismo. Gioca da titolare da quando aveva 17 anni. Quello che gli manca è la continuità di rendimento. Per dire, pensando solo agli ultimi playoff, in gara 4 con Trieste ha realizzato il canestro che ci ha fatto vincere la partita, ma nella gara decisiva è stato poco leader. Se devo essere sincero mi aspettavo, quest'anno, che facesse più progressi. Salendo di categoria, deve ricordarsi che in A si deve vincere sempre, o quasi. Quindi deve essere sempre giocatore vero e non qualche volta solo 'il giovane'». Le sue migliori qualità? «È un ragazzo super e ambizioso, ha grande istinto per il gioco; ottimo difensore sulla palla, è capace di intuizioni straordinarie». Dove deve migliorare? «Deve essere più solido e tenace quando affronta i blocchi, e migliorare nelle letture del gioco. Diciamo che l'incognita più grande è come saprà essere continuo e disciplinarsi interiormente. Io con lui sono stato molto esigente, talvolta rude; con lui, che è un po' permaloso, il rapporto non è stato sempre facile. Menetti è la figura perfetta per farlo crescere ancora di più. Così come aver