Lever vola in Arizona «Ma un giorno tornerò..» Basket Addio Grissin Bonp giocherà in Ncaa a Phoenix Andrea Russo DALLE MONTAGNE di Bolzano alla torrida Arizona. Alessandro Lever, 18enne ex capitano dell'Under 20 biancorossa, con a referto un'ottima prestazione in Serie A contro Brindisi, e pedina fondamentale dell'Under 19 azzurra di Capobianco (ha saltato i Mondiali per recuperare da un infortunio alla caviglia) è pronto per vestire la maglia dei Grand Canyon Antelo-pes, compagine del basket universitario statunitense alla quale si aggregherà dal 30 luglio. Il college di Phoenix e il bolzanino, a Reggio dal 2014, tenteranno di raggiungere il torneo NCAA per la prima volta nella storia dell'ateneo. Uno dei giovani più promettenti «Occasione unica, non potevo rinunciare. Landi puntava su di me? Ne sono orgoglioso» Lever, è pronto per partire per l'Arizona? «Sarà sicuramente un'esperienza pazzesca. Non so ancora se sono pronto per quel livello, ma spero di essere all'altezza. Fin dal primo giorno mi metterò a disposizione per imparare e migliorare in strutture di altissimo livello». Quando è nato l'interessa- mento dei Lopes nei suoi confronti? «Gli scout di Grand Canyon, a differenza di altri college, mi seguivano da tempo, addirittura prima del bronzo europeo in Turchia con la Nazionale Under 18 a dicembre. Mi hanno fatto sentire fin da subito al centro del progetto» Ha intenzione di svolgere l'intero percorso universitario? «Valuterò se restare a GCU al termine di ogni anno. Intanto studie-rò per la laurea in Sports Management e cercherò di migliorare fisicamente e adeticamente». Ad allenarla sarà l'ex nazionale USA Dan Majerle... «Quando ho visitato il campus, il coach ha mostrato grande interesse nei miei confronti. Per me è una grande opportunità poter essere allenato da un ex membro del Dream Team II del 1994, penso che possa contribuire molto alla mia crescita». Che cosa ha fatto prevalere il college sull'Italia? «Perché questo è un treno che passa una volta sola nella vita e quindi va preso al volo. L'America è un universo parallelo, un basket diverso, più atletico, dove si cura di più il lavoro fisico e dove soprattutto avrò la possibilità di imparare una lingua. Mussini, con cui ho parlato a lungo, mi ha consigliato di far- la, questa esperienza». Nelle idee della Grissin Bon lei nella prossima stagione avrebbe dovuto essere in prima squadra e, probabilmente, sarebbe stato inserito in squadra al posto di Moser... «La mia è stata una scelta di vita personale, perché al college potrò giocare in un conference come la WAC in continua crescita e al tempo stesso continuare gli studi. Un'esperienza simile in Italia non è replicabile». Che effetto le fa sapere che il patron Landi sia rimasto dispiaciuto della sua scelta. Il patron credeva molto nelle sue potenzialità... «Onestamente non lo sapevo, dunque è motivo di orgoglio. A Reggio mi sono trovato benissimo, devo ringraziare tanto Andrea Me-nozzi e tutto lo staff per quanto mi hanno aiutato a crescere in questi anni. So che tengono molto a me, perciò un giorno potrei tornare. Sicuramente questo non è un addio». Ora che sbarcherà in America, sognare è lecito. Dove le piacerebbe arrivare un giorno? «Il mio obiettivo è arrivare al livello più alto possibile che mi permetta di poter essere competitivo