Bene per 25 minuti Poi il crollo finale / tifosi hanno assistito a un match dai due volti di Andrea PEZZUTO Nella pallacanestro l'equilibrio tra il gioco interno ed il gioco esterno è fattore imprescindibile per costruire una chimica di squadra vincente, ed il secondo tempo disputato dalla Happy Casa Brindisi in quel di Pesaro ne è la riprova. L'assenza di Randle, sul cui futuro in canotta biancazzurra si addensano dubbi, ha infatti creato grosse difficoltà a coach Dell'Agnello, che nel corso della gara ha dovuto centellinare per problemi di falli l'utilizzo di Donzelli e Lalan-ne (quest'ultimo uscito anzitempo dal match dopo aver commesso due ingenui falli in attacco) e ha dovuto impiegare più del dovuto un Oleka apparso ancora in grande difficoltà. Così, la squadra ha dovuto affrontare gli ultimi cruciali minuti di gioco con una improbabile coppia di lunghi composta da Cardillo e Tepic, e prima ancora Dell'Agnello era stato costretto a schierare Donzelli a pivot, oppure Oleka. Tutto ciò ha permesso ad Omogbo e soprattutto a Mika di banchettare sotto le plance brindisine, e ha tolto i riferimenti all'attacco brindisino, con i 5 giocatori del quintetto schierati sterilmente tutti e 5 sul perimetro. Un dato su tutti: nell'ultimo quarto Brindisi ha segnato soli 13 punti, 12 dei quali sono arrivati da Suggs. La partita dell'Adriatic Arena, però, non si può leggere solo analizzando le difficoltà di organico incontrate nell'ultimo quarto: gli uomini di coach Dell'Agnello, infatti, hanno condotto la gara per 25 minuti, riuscendo ad imporre il proprio gioco e facendosi valere sotto canestro. Come spesso è accaduto in questo inizio di campionato, però, la luce si è all'improvviso spenta nella testa di molti giocatori. Pesaro ha così iniziato a trovare con facilità la via del canestro, con la difesa brindisina incapace di limitare le penetrazioni e di ostacolare le conclusioni ravvicinate dei lunghi biancorossi. Ed a poco è servita la zona predisposta da coach Dell'Agnello, perché la differenza di energia mentale tra le due squadre nella fase finale di gara è stata tangibile. Alla fine Brindisi ha subito 80 punti, in linea con le medie del campionato che la relegano al 13° posto nella speciale classifica, con il secondo tempo terminato con un parziale di 43-31. Insomma, anche contro una Pesaro modesta e ridotta all'osso (solo 6 uomini hanno giocato più di 10 minuti) l'Happy Casa ha lasciato intravedere i soliti difetti, e seppure con Moore in campo la squadra sia apparsa per larghi tratti più ordinata, le carenze di organico restano davvero evidenti. La sfiducia dello staff tecnico verso Barber (soli 6 minuti in campo), la pochezza tecnico-tattica di Oleka, le difficoltà fisiche di Randle ed il cattivo periodo di forma psico-fisica attraversato da Tepic rappresentano torte situazioni che pesano e che rischiano di pesare ancora sull'economia della squadra. Domenica arriverà al Pala-Pentassuglia la Virtus Bologna, poi il campionato osserverà un turno di riposo e si riprenderà il 3 dicembre: entro quella data la società dovrà cercare e trovare risposte più chiare, onde evitare di dissipare il carico di entusiasmo che i tifosi, anche nella partecipa-tissima trasferta di Pesaro, hanno dimostrato di possedere a iosa. IL PUNTO Solo 13 punti realizzati nell'ultimo quarto # Brindisi nell'ultimo quarto ha realizzato 13 punti: 12 di questi sono arrivati da Suggs. Un dato che conferma le difficoltà incontrate dall'attacco biancazzurro nei finali di gara. Difficoltà anche in difesa: Pesaro è il 12esimo attacco del campionato ma contro Brindisi ha realizzato 80 punti, gli stessi che i biancazzurri subiscono mediamente. La lotta a rimbalzo, invece, è terminata in