Pasquini al capolinea, anzi no Il coach si dimette dopo il ko con Capo d'Orlando, Sardara consulta la squadra e lo conferma La delusione sul volto di Federico Pasquini, coach della Dinamo, dopo la sconfitta contro Capo d'Orlando IALLEPAGINE30.32E32 SERIE A » LA CRISI BIANCOBLU Pasquini getta la spugna ma la squadra lo salva Pesante ko interno con l'Orlandina, dimissioni respinte per il coach di Andrea Sini » SASSARI Adesso chiamatela pure con il suo nome: crisi. È crisi nera, per la Dinamo, con il timbro di certificazione apposto dalla Betaland Capo d'Orlando, passata a vele spiegate al PalaSer- radimigni con un 81-88 finale che non dice tutto sul divario visto in campo. La squadra biancoblù interpreta nel peggiore dei modi quella che doveva essere la partita del rilancio, si impantana nella difesa a zona dei siciliani e incassa la quarta sconfitta in due setti- mane, diretta conseguenza di una prestazione a uatti sconcertante. Finale a sopresa. A fine gara il doppio colpo di scena: coach Pasquini rassegna le dimissioni, poi dopo un lungo faccia a faccia negli spogliatoi tra i giocatori biancoblù e il presiden- te Stefano Sardara, la società decie di respingerle e rinnovare la fiducia al coach. Le parole del capitano Jack Devecchi, presentatosi in sala stampa con Sardara quasi un'ora dopo la sirena, da questo punto di vista chiariscono molti aspetti: «Lo spogliatoio ha deciso che da questa situazione ne usciremo tutti insieme». Un film horror. La sconfitta di ieri è molto più netta di quanto non dica il -7 finale, perché gli ospiti hanno condotto la partita per 39 minuti, gestendo dal 16' in poi un vantaggio che ha oscillato costantemente tra il +8 e il +12, toccando una punta massima di 18 nel finale del terzo periodo (53-71). Le alte percentuali al tiro della squadra di De Carlo (59% complessivo contro il 42 dei sassaresi), raccontano soltanto un pezzo della storia, perché a fare la differenza per tutti i 40 minuti sono stati l'energia, la convinzione e l'istinto di sopravvivenza dei siciliani, bravi a colpire sistematicamente sulla sirena dei 24" là dove la coperta difensiva biancoblù risultava più corta. Capo d'Orlando, che sino a ieri aveva vinto due partite in campionato (e nessuna in Champions), ha dovuto rinunciare al nuovo acquisto Dustin Hogue (il nulla osta per il trasferimento non è arrivato in tempo) ma anche a Ih-ring, infortunatosi dopo appe- na 4 minuti. Alla Dinamo mancava Stipcevic, è vero, e la sua assenza- quattro partite, quattro sconfitte - si sta rivelando molto più pesante del previsto. Anche Jones non era al meglio, ma le assenze non giustificano né spiegano la mancanza di cattiveria, quasi l'assenza di "sangue" di molti dei giocatori del Banco, che hanno concesso 88 punti fuori casa a una squadra che sino a ieri ne segnava 64,8 di media. Mercoledì si torna in campo, contro l'Hapoel Holon, poi si vola a Varese, prima di due settimane di sosta. Non c'è molto da fare, se non vincere. MJIJJ P&DOWN Per i sassaresi un'agonia lunga 40 minuti Il quintetto di partenza è lo stesso di Cremona, con Hatcher, Bamforth, Randolph, Polonara e Planinic. Capo d'Orlando si protegge con la difesa a zona (la userà per quasi tutti i 40') e la Dinamo la attacca male da subito. L'ingresso di Jones regala brio ai sassaresi, che dal 4-7 vanno avanti 11-7: sarà l'unico sorpasso della serata, perché la Betaland si rimette in marcia con uno scatenato Edwards (18-19 al 10') e poi allunga il passo: Ikovlev colpisce due volte da fuori, Edwads fa il resto e al 13' la Dinamo è sotto di 9 (21-30), con un break sul groppone di 3-15. Bamforth colpisce da oltre l'arco per il -4 (30-34) ma è un fuoco di paglia: ad Alibegovic e compagni basta spingere appena sull'acceleratore per ritrovarsi a +10 (30-40), arrivando a metà gara sul 38-47 dopo avere toccato anche il +11 (36-47). Il secondo tempo è una specie di lenta agonia, tra piccole fiammate dei singoli (Bamforth è indemoniato) e una marea di errori. La Betaland risponde però colpo su colpo, con un Ikovlev immarcabile e Atsur che si infila come burro nella difesa biancoblù (46-58). Pasquini chiede timeout e rimette dentro Spissu, che infila la tripla del -8 (51-59), ma la spinta si esaurisce assai presto: la Betaland cambia marcia schizza a +18 (53-71), con un break di 2-12. Alla terza sirena, sul 56-71, iniziano a piovere i primi fischi ma la Dinamo è in coma profondo. Jones batte un colpo ma Kulbokaè un killer e dall'angolo riporta Capo a +16 (60-76). A svegliare i sassaresi ci pensano Jones e Spissu: il -9 è un'illusione, perché Pierre e un esausto Bamforth falliscono la tripla del -6, mentre il solito Edwards e Alibegovic colpiscono in maniera chirurgica. Sul 72-85 a 174" i siciliani tirano i remi in barca, ma senza perdere il controllo del match. Che finisce 81-88. Fischi di delusione e fischi contestati Le buone abitudini. Dopo 4 minuti il play siciliano Ihringsi infortuna. La sua uscita dal campo viene salutata dall'applauso di tutto il palazzetto. Alcune buone abitudini del pubblico sassarese non si perdono mai. Tutti insieme. A proposito di incitamento, prima della partita i corridoi del PalaSerradimigni sono stati tappezzati di cartelli che chiedevano a tutti i tifosi un grande sforzo per sostenere la squadra. Ieri però il vero sforzo per il pubblico è stato rimanere sino alle fine. E i fischi non sono mancati. Niente scuse ma... Anche ieri arbitraggio insufficiente. Quando non ne va bene una. Pasquini cerca di dare consigli a Bamforth (fotoservizio di Mauro Chessa) Dinamo Banco di Sardegna Betaland Capo d'Orlando 1°quarto 18 19¦ 2°guaito33 ^17 ¦ 3°quarto56