L'INTERVISTA MARCO SODINI. Capo allenatore Pallacanestro Cantù «Tante individualità, ma la disponibilità reciproca ha prodotto fiducia» «DAEGOISTIASQUADRA? A GIOCARE "INSIEME SI DIVERTONO DI PRJ» w FABIO CAVAGNA La qualità di diversi suoi interpreti, a questa Red October è stata riconosciuta sin dall'inizio. Perché di talento ne è stato ravvisato subito parecchio all'interno del roster biancoblù. Individualità di spicco, giocatori più poi-tati a pensare prima a sé che non al gruppo - solisti, insomma - e che si ipotizzava fosse un'impresa riuscire a mettere insieme e afar coesistere. Asmentire quello che era il comune sentire ci sta però pensando Marco Sodini. Anzi, più che pensarlo, il coach viareggino della Pallacanestro Cantù ci sta seriamente provando. Dando l'impressione di cogliere i primi frutti. Così almeno stanno dicendo le più recenti partite giocate dai suoi ragazzi. Com'è dunque che l'egoismo sta lasciando strada all'altruismo? Punto primo: do la massima disponibilità ad ascoltare ciascun giocatore e rendendomi credibile in conseguenza di quello che ancora loro mi dicono, ecco che poi sono in grado di chiedere anche qualcosa in più dal punto divista della coesione. Punto secondo. Cerco di dare degli input pratici, fai-loro vedere affinché se ne rendano effettivamente conto in maniera molto concreta che se giocano insieme hanno anche vantaggi individuali. E che altro? Pdspetto alla pallacanestro che vorrei, e dunque in chiave ipotetica, ho cercato di semplificare il più possibile lavorando per concetti e dando loro un discretalibertà di interpretare le varie situazioni. Qualche volta siamo capaci di giocare davvero di squadra, ma ci sono momenti in cui francamente far due passaggi ci risulta ancora complicato. Come se lo spiega? Perle caratteristiche dei giocatori che ho, molto piùbravi apassarla palla nel momento in cui hanno preso un vantaggio individuale di quanto non lo siano a costruirsi un gioco effettivamente di passaggi quale può essere ad esempio quello che esegue molto bene Venezia. Volendo sintetizzare? La disponibilità reciproca ha prodotto fiducia, la semplificazione tecnica ha prodotto a sua volta unasituazione di benessere personale, la funzionalità di alcune proposte che portano a giocare assieme alla fine li ha divertiti per-ché si tratta di cose alle quali non erano particolarmente abituati nella loro carriera. La morale è che quando giochiamo bene ci si diverte a giocare insieme e ci si rende disponibili afare un passaggio in più. E tatticamente? Abbiamo puntato molto sul fatto di avere un certo equilibrio tra i nostri giocatori interni e quelli estemi anche perché sia Crosariol sia Thomas sono ottimi passatori per cui nel momento in cui vengono coinvolti dai compagni poi sono i loro stessi compagni ad averne un beneficio concreto poiché riescono a giocare situazioni in maniera più dinamica, si aprono degli spazi e ci sono molto più opportunità per chiunque di costruirsi un buon turo. Qualche volta nel corso delle partite cominciano tuttavia ad abusare del palleggio, non riusciamo a procuraci un vantaggio, ci incartiamo un pochino, facciamo fatica agio-cai- senza palla per farci trovare liberi e per dare linee di passaggio. Tutto sommato, però, sono situazioni migliorabili con il tempo. Con gli allenamenti. A proposito, tornerà a riaprire le por-teal pubblico durante gliallenamen-ti? La mia intenzione è di poterlo fare il prima possibile, magali già dopo la pausa per la Nazionale. Ma per il momento sto cercando di fare la mia parte per aiutare la società a risolvere i problemi esterni. E dunque per ora rimangono chiuse. L'obiettivo se non prioritario quanto meno primario temporalmente parlando? Pduscire ad avere continuità sui 40 minuti, circostanza che non è mai accaduta. Anche nella partita contro Pistoia non siamo riusciti a stare attenti dall'inizio aliatine. Ci sono stati quattro minuti, infatti, quelli conseguenti al 4° e 5° fallo di Thomas, in cui loro da -18 sono rientrati a -2. Quelle pause lì di rendimento possono essere letali. Per non dire che abbiamo dovuto recuperare da -18 con Venezia, mentre se te l'eri giocata punto a punto poteva magari esserci il momento dello strappo a nostro favore. E invece non siamo riusciti afarlo anche a causa della stanchezza che è stata conseguente al dover recuperare. E dunque? Se riusciamo ad acquisire un po' più di consistenza sui 40' vedrete che sarà molto più facile vincere le partite. Questo è il passo uno. Già che ci siamo, il passo due? Pduscire agiocare, anche per scelta tecnico-tattica, muovendo di più la palla Ancora di più di quello che stiamo facendo. Qualèl'anellodicongiunzionepossi-biletralasuadipallacanestroequella che inveceè costretto a far praticare alla sua squadra? In realtà non c'è tutta 'sta distanza Io vorrei avere la possibilità di giocare a velocità diverse e dunque anche con un minimo di controllo in più, pur lasciando libera iniziativa ai giocatori perché sono un allenatore che ama che i giocatori prendano iniziative e non sono spaventato dall'idea di adeguarmi a qualcosa di differente. È ovvio die in una squadra costruita in questo modo non esiste un vero giocatore di complemento. Ci fosse, allora ci si potrebbe avvicinare a un modello di pallacanestro in cui se devi controllare controlli, se devi andare vai, ma senza dover pagare eccessivamente il passaggio daunafase all'altra Perché ora se non andiamo "a tutta" facciamo fatica Definisca "giocatore di complemento". Uno che non abbia bisogno di trattare tanti palloni e che sia disponibile a giocare prima per la squadra che per se stesso. Perché qui ci sono tantissimi buoni giocatori di uno-contro-uno e tanti che si stanno anche sacrificando nel giocare di squadra malaloro indole resta quella ovvero innanzitutto attaccare il canestro. ConSodinicapoallenatore.Cantùha un record di 3 vittorie e 3 sconfitte: l'avrebbe sottoscritto al momento della "promozione"? Sì, anche in relazione allo spessore delle avversarie che avremmo affrontato. Eppure ora mi sta stretto. Perché nella partita contro Venezia e anche in quella contro Avellino avrei voluto essere ancor più competitivo. Se ora avessimo una vittoria in più non avremmo rubato nullae saremmo tutti molto più contenti. Anche perché adesso ci ritroviamo quasi tutte le prime della classe da affrontare in successione. Il corpo centrale del calendario non ci avvantaggia di certo... Perché se maturano tre sconfitte di fila poi la pressione monta in maniera diversa Le lasciamo l'ultima parola. E allora ne faccio uso per ringraziare tutti i tifosi che sono venuti al palasport perché li abbiamo veramente sentiti e hanno dato la misura di quella che può essere la forza di un PalaBancoDesio pieno. E nel mio grazie accomuno i tifosi di Venezia presenti l'altra sera che a fine partita hanno lanciato il bellissimo coro "Tutti insieme per Cantù". Marco Sodini, 44 anni, da 6 partite coach della Red October foto butti I «Se avrei fonato I «Le porte chiuse? per vincerne 3 su 6? Faccio la mia parte Certo che sì