L'OPINIONE L'interrogativo Wells Valente o mediocre? di GIANCARLO PIGIONATTI Camerari Wells p»z) La sorte ti accarezza o ti schiaffeggia, dipende da come l'affronti nel suo compiersi. La cronaca di Avellino consegna agli archivi un 'occasione persa malamente dagli uomini di Caja trafitti nell'atto decisivo dall'unico "uomo della provvidenza" che vantava la sofferente formazione irpina: Rieti, temibile per le sue capacità risolutive nonostante una prova disastrosa. Questo tipo di "folletto" che toglie la squadra da impacci e impicci, Varese non l'ha ma fa nulla, lo si sapeva, puntando piuttosto sulle qualità d'un collettivo che si fa rispettare ben oltre le apparenze e che è capace di intimorire ipiù spavaldi avversari, avendo bisogno, ovviamente, per piazzare colpi vincenti, di ogni apporto degno di tal nome, soprattutto da parte di un play che non sia circolante a targhe alterne. Come sta accadendo a Wells, piombato, se non nel buio totale delle prime giornate, in una penombra abbastanza inattesa nonché preoccupante dopo le luci della ribalta contro Pistoia e Trento. Cameron, meno comparsa insignificante rispetto agli esordi non essendosi nascosto, stavolta di fronte alle proprie responsabilità, in verità, ha "tappato" nove conclusioni su dieci alla stregua di un "amatore" del torneo CTL che tradotto significa comitato tempo ibero. E quando viene a mancare un elemento su cui si fa grande affidamento per la propria economia di grup- po, si finisce per smarrire alla distanza anche le certezze già acquisite non senza un 'atroce recriminazione. Alla squadra, secondo Caja, è mancata quell'inerzia favorevole per evitare brutte sorprese alla distanza, probabilmente possibile con ben altra presenza e ben altro contributo di punti da parte di un vero leader. Visto il risultato, inevitabilmente torna in alto mare ogni aspettativa "buonista " nei confronti di Wells, non tutto sbagliato sin qui ma tutto da rifare o meglio da rivedere per l'avvenire. Che l'americano, forse troppo introverso e pensoso, soffra di improvvise "paturnie", per insicurezza o paura di sbagliare? Sicuramente inquietano la sua padronanza di gioco e la sua personalità sin qui, però, come eccezioni se accostate a un 'inconsistenza e a una pochezza di rendimento disarmanti. Valente o mediocre, protagonista o comparsa: qual è il vero Wells? Lasciamo lavorare Caja nel ricomporre un "pezzo" controverso a beneficio del collettivo biancorosso, pur sempre encomiabile ed ammirevole contro il quale, esclusa Venezia e in parte Brescia, stanno sbattendo il muso e terribilmente le sue avversarie. Altro argomento sensibile riguarda Damian Hollis. Alla vigilia ci siamo chiesti se l'ala di scuola americana non fosse uno "spreco" quando, a lungo o quasi in panchina, s'aggiunge agli spettatori nonostante il suo valore offensivo. Il tutto pur capendo le necessità dell'allenatore al fine di garantire una difesa vigorosa e compatta come fonte di gioco, non avendo l'interessato la grinta di un rugbysta, in ogni caso da capitalizzare in attacco, laddove l'ungherese di passaporto sa il fatto suo, come ha dimostrato ad Avellino dove, sguinzagliato in campo ( quasi sette minuti in più rispetto alla sua media di impiego), è risultato il "punterò" che ci si aspetta. Se la perfezione vien dall'osservazione, confidiamo nella consapevolezza di disdette evitabili per rimediarle e di virtù da consolidare già pensando al prossimo match di Masnago contro una p