Basket: alle 20.30 per la Dinamo sfida-chiave contro l'Hapoel in Champions Pasquini, ecco la mia verità «Le dimissioni? Pensavo potessero aiutare» Coach Federico Pasquini durante un time-out Sassari. Ultima chiamata per i playoff della Champions, penultima per un gruppo che deve dimostrare sul campo di essere con l'allenatore, come dichiarato domenica quando ne ha respinto le dimissioni. Si gioca al PalaSerradimi- gni (ore 20.30) e l'avversaria è l'Hapoel Holon, ultima insieme ai sassaresi con una sola vittoria dopo cinque turni (81-75 contro i russi dell'Enisey). Presenta un ex ammirato come il lungo Joe Alexander e il nuovo innesto Rice, ala che in due partite ha realizzato 50 punti. «Gol suo arrivo l'Hapoel è migliorata tecnicamente, è giocatore di uno contro uno come Alexander che conosciamo bene». Coach Pasquini, qual è il suo stato d'animo? «Sereno, quello che ho fatto domenica l'ho fatto per un senso di grande responsabilità nei confronti di Stefano Sardara e della società. Vedere la squadra incapace di giocare la sua pallacanestro mi ha colpito. Ho pensato che dimettermi potesse essere di aiuto per tornare quelli che eravamo prima dell'infortunio di Rok Stipcevic». A proposito, senza Stipcevic la Dinamo è 0/4, è così importante? «È l'unico insieme ad Hatcher che ha l'esperienza per guidare un gruppo giovane come questo. Purtroppo l'infortunio di Stipcevic e anche quello di Jones ci ha tolto le certezze che avevamo costruito al completo. Tutti i giocatori erano mosci domenica contro Capo d'Orlando». Come spiega la fragilità psicologica della squadra? «Ci sono molti giocatori giovani, chiamati per la prima volta ad essere gio- catori importanti in una squadra importante. Io credo in questo gruppo e nel lavoro che stiamo facendo, ma ci vuole tempo e lo deve capire anche il contesto». Manca qualcosa in qualche ruolo o un giocatore di personalità? «Io questo roster lo voglio giudicare quando per un mese lavorereno al completo e allora si potrà valutare il miglioramento dei singoli e del gruppo». Il doppio ruolo coach/gm è un problema? «Non ho mai avuto un rapporto così bello e franco col gruppo, mai sentito così seguito dalla squadra. Quanto ad un gm diverso, ce ne sarebbe bisogno se ci fossero giocatori che non ci tengono, che pensano solo al proprio tornaconto, ma non è così, i giocatori sono mortificati perché non riescono a dare quello che vorrebbero». La sua autocritica? «Più autocritica di uno che si dimette a dispetto del contratto sino al 2020! Avessi voluto fare il furbo avrei detto