BASKET IL PERSONAGGIO «Ho ancora la carica dei tempi di Rustichelli» Mario Ghiacci «A Trieste respiro entusiasmo puro» MANAGER Mario Ghiacci, 65 anni, 19 dei quali in Pallacanestro Reggiana Luca Del Bue MARIO GHIACCI, 65 anni, con la sua Alma Trieste è in testa al campionato di serie A2 Est, imbattuto dopo undici giornate di campionato e già vincitore della Super-coppa di categoria. Mario è stato 19 anni in Pallacanestro Reggiana, prima come giocatore, poi come dirigente. Ma il suo curriculum dice anche presidente della Pallacanestro Trieste, poi direttore generale della Reg- giana calcio, ruolo ricoperto anche a Varese una volta ritornato al basket, 4 anni con lo stesso incarico nella Lega femminile di basket, poi Udine e da 4 anni diggì a Trieste. Non è da trascurare nemmeno l'esperienza in campo femminile con la Juvenilia Reggio. «Ho ritrovato a Trieste quell'entusiasmo che si respirava a Reggio ai tempi di Codeluppi, Rustichelli, Di Nallo. Allora ci seguivano 50 persone, 10 delle quali erano nostri parenti. Poi si passò agli oltre 5000 col Leone Mare Livor- no» Ghiacci, prosegue nella chiacchierata e le sue parole risuonano di entusiasmo. «Ecco, io sono spinto ancora da quella carica che avevo tanti anni fa. Il pubblico qui si era disinnamorato della squadra. Ora facciamo sold out in un palasport da 7000 posti. L'anno scorso la nostra serie finale promozione con la Virtus Bologna è stata seguita dal doppio di persone rispetto alla finale sudetto fra Venezia-Trento. In città c'è una gran voglia di salire al piano superiore. L'aumento di capitale in corso, sottoscritto già al 75% ne è una riprova». Quindi il capitolo sportivo in chiave reggiana per lei rimarrà solo uno splendido ricordo? «Direi di sì. Terminerò qui a Trieste il mio percorso. Poi vorrei godermi una meritata pensione». L'appello «Bisogna puntare su atleti indigeni, mettendo anche in preventivo di retrocedere» A proposito che rapporto mantiene con la città del Tricolore? «A Reggio ho casa e famiglia, ci vive ancora il papà e gli amici di una volta con i quali seguo in tv la Grissin Bon quando riesco; il week end spesso lo passo in città, prima di recarmi alla gara di Trieste, amo tenermi informato dai giornali su quanto succede dalle nostre parti». Quindi le sarà facile esprimere un suo parere sulla òrissin Bon e la Reggiana. «Il basket sta vivendo un anno particolarmente sfortunato causa questi continui infortuni di gioco, ma c'è la volontà e la capacità di venirne fuori e sono convinto che ce la faranno. La classifica è molto corta. Sulla Reggiana non ci si deve irrigidire più di tanto se la proprietà è straniera. Piuttosto si deve guardare alla serietà e all'onestà intellettuale con cui si fanno le cose. Sono rimasto sorpreso dall'allontanamento repentino di molte persone che avevano avuto modo di lavorare anche con me. Una su tutte Monica Torreggiano). C'è un legame che unisce la sua Trieste con la Reggio del basket? «Negli ultimi tre anni abbiamo vinto entrambi il primo premio Fip per il maggior minutaggio concesso ai giocatori italiani. Ma devo dire che già lo si faceva ai tempi di Davolio e Basile con Montecchi a fungere da chioccia. E allora non vi erano bonus economici. Credo comunque che la città di Reggio non debba perdere di vista questo tipo di modello». Lei, da tanti anni sulla breccia, che indicazioni può dare al movimento? «Non è un caso se le nazionali di calcio, volley, basket non stanno attraversando un buon momento. Si deve ritornare a valorizzare i giocatori indigeni anche con regolamenti ad hoc. A livello societario mi sentirei quasi di lanciare un appello. Ognuno deve fare con quello che ha, senzar compiere vo- li pindarici. Pazienza se si retrocede. Poi un giorno si risalirà. Forse all'inizio ci rimetterà un po' lo spettacolo, ma nel lungo periodo tutte le componenti avranno modo di guadagnarci». Dal suo personale libro dei ricordi, a ruota libera, cosa le viene alla mente? «Personaggi come Mike Mitchell e Joe Bryant non potrò mai dimenticarli. Con tutto il rispetto per i vari Kaukenas, Lavrinovic, White, ma questi due sono di un'altra dimensione. Fra l'altro Mike e Joe arrivarono a cifre quasi irrisorie. Le cessioni di Casoli e Basile alla Fortitudo furono due colpi importanti per la società. Mi legai alla Reggiana calci