Varese batte Milano È già "effetto Ponti"? BASKET L'Under 18 rompe un tabù: «Punto dipartenza» Il giovane biancorosso Matteo Parravicini in azione uoio Massimo Lungo) C ' è una Varese da vertice - per ora in Lombardia, l'obiettivo è di diventarlo in Italia - nel panorama cestistico giovanile. È l'Under 18 biancorossa, capace di schiantare l'Olimpia Milano con un perentorio 74-46 (Parravicini 20, Ivanaj 18, Montano 12, Garbarmi 4, Besio 2, Seck 4, Van Velsen , Bratto, Nidola 3, Buzzi Reschini 8, Galbiati 1, Marson 2 i marcatori del gruppo guidato da Rusconi, Grati e Zambelli) nel match di esordio della seconda fase Gold del campionato Eccellenza. Un risultato eclatante nelle proporzioni, che ribalta i rapporti di forza acquisiti non solo a livello di serie A (Varese non batte Milano dal 2012-13, l'anno degli Indimenticabili) ma anche giovanile, considerando che nella fascia più alta dell'attività del vivaio i prealpini non battevano i meneghini dal lontano 2003-04 (era la squadra dei vari Bolzonel-la, Matteo Canavesi e Brian Sacchetti). Ma questo non basta a Gianfranco Ponti (foto nel titolo) nell'ambito della sua iniziativa ad ampio raggio per la costruzione di un settore giovanile all'avanguardia in Italia e in Europa: «Bravissimi i ragazzi e lo staff tecnico che in tutte le categorie, oltre ai successi dell'Under 18, stanno ottenendo risultati eccellenti - affer- ma l'imprenditore di Angera - Però per arrivare a produrre i campioni del futuro per la serie A questo deve essere il punto di partenza e non di arrivo, l'obiettivo non è primeggiare in Lombardia ma in Italia». Proprio per questo motivo è così fondamentale il reclutamento - non soltanto quello estero, che per motivi legati alla frequenza scolastica slitterà a giugno 2018 con "innesto" dal 2018-19 dei tre prospetti individuati nei Balcani - per aumentare il livello di fisicità, e di conseguenza di competitività, dei gruppi attuali. «Il vivaio ha uno scopo sociale che voghamo ovviamente mantenere: la base delle squadre giovanili resterà sempre composta da atleti varesini. Per conciliare gli obiettivi sportivi e quelli sociali serve una forte base locale sulla quale innestare qualche prospetto fisico e tecnico italiano o straniero a seconda delle opportunità. Gli elementi che vogliamo inserire servono ad integrare e non a sostituire i ragazzi locali; per costruire la Varese del futuro non conta la cittadinanza italiana o straniera, ma le qualità e la voglia di imparare». Per la prossima stagione, dunque, sono previsti ulteriori investimenti su tecnici e giocatori - anche di età superiore ai 2003 e 2004 in arrivo dai Balcani - per costruire un serbatoio Under 20 che possa dare immediato supporto alla serie A. Ma come si concilia un vivaio da vertice in Europa con una prima squadra che col budget attuale non può andare oltre le prospettive di una salvezza tranquilla? Ponti, già oggi in prima fila nel processo di risanamento dei conti del club, ribalta invece i termini della questione considerando il vivaio come l'unico mezzo per garantire un futuro importante a Varese: «O troviamo un mecenate che garantisce due milioni di euro all'anno, oppure investire sui giovani è F unica strada nel medio periodo per mantenerci in serie A senza affanni. La prima squadra ha i suoi obblighi immediati, l'unica strada per crescere è quella di prepararci in casa i campioni di domani, cercando di anticipare i tempi rispetto ai 4 anni ipotizzati all'inizio del progetto per i primi prospetti in serie A. Per questo l'anno prossimo vorre