L'OPINIONE Uniti con l'orgoglio per trovare serenità di GIANCARLO PIGIONATTI Il buon senso suggerisce un appello all'unità di tutte le componenti. Che si trovino a decidere dietro le scrivanie, che lottino in campo o che sostenganola squadra dagli spalti, non fa alcuna differenza. Guai a seminare spine su un cammino che s'annuncia faticoso e sofferente e che, al contrario, per giungere all'obiettivo, deve essere fertile di armonia per tutti coloro che hanno a cuore la Pallacanestro al di là di ogni diritto di critica. Avversarie sono le squadre antagoniste mentre nemici sono quei tarli che impiombano la sella dei più avvezzi allo scoramento o peggio al disfattismo. Augurabile una pacificazione più reale che formale tra Coldebella (foto Blitz), almeno sino alla fine della sua presenza varesina, e la Curva. La salvezza, in verità, è un obiettivo datato, ora, semmai, non più mascherato dai primi confortanti risultati di un'Ópenjobmetis allineata e coperta in classifica ma del cui organico, già l'estate scorsa, si supponevano limiti tecnici segnatamente ai suoi singoli, ancorché, apprezzabili in campo come collettivo energico a immagine della filosofia di Caja. Cosi è accaduto nei primi due mesi a Ma-snago, unica fonte di guadagno diversamente da infruttuose trasferte per una squadra a rischio usura e frustrazione mancandole quell'elemento capace di cavare le castagne dal fuoco. La temuta resa dei conti è arrivata, soprattutto, per un tiro mancino del destino che ha privato Varese di Walter. Se poi vi aggiungiamo lo "spreco" di un Hol-lis, mai utilizzato appieno o, comunque, mai compiuto quando è stato chiamato in causa, peraltro già noto per la sua incostanza eppure preso per essere messo da parte, appare evidente un macroscopico errore di mercato a discapito di un affidabile titolare. Questa è la realtà, ora però bisogna avere fiducia nella squadra sostenendola per evitare una retrocessione che avvilirebbe l'immagine del club con tutte le conseguenze immaginabili attraverso un sensibile deprezzamento del valore di Varese rispetto a partners commerciali attuali e potenziali nonché un impoverimento dello spettacolo alla faccia del cubo luminoso. Missione possibile se non ci si fa prendere dal panico e se, soprattutto, si mettono le mani su un cannoniere autentico, capace di far scintillare l'equilibrio, seppur precario, di Ferrerò e compagni, al nono posto per differenza canestri, il che dimostra una base dignitosa rispetto a formazioni sepolte da canestri. È qui che rivogliamo Coldebella dandogli atto dell'operazione "Dominique Johnson" dello scorso campionato, seppur a riparazione di un omonimo, di nome Melvin, spaurito e balbettante. L'attualità ci oppone a Torino che, sin qui vittoriosa in trasferta contro Brindisi e Capo d'Orlando, è bat-tibile come lo era la Virtus Bologna. Sappiamo come, dannatamente, fini. Ora però Varese può contare sull'estone Vene che sembra garantire un solido contributo e, soprattutto, su un rabbioso orgog