L'INTERVISTA L'ARBITRO DI BASKET LO ASPETTA IL GOMELSKY 90 «SONO STATO INVITATO A MOSCA A DIRIGERE UNA GARA CHE CELEBRA IL RICORDO DELL'EX COACH DELL'ARMATA ROSSA: UN GRANDE ONORE» «Ho visto il top dei canestri in posizione di privilegio» Facchini «Olimpiade, mondiali, Danilovic e Basile: che bello» Alessandro Gallo Bologna FABIO FACCHINI, 56 anni, è tornato ad arbitrare. Dall'ultima gara-cinque della finale scudetto 2012 tra Siena e Milano a una piccola palestra bolognese per il campionato Csi il passo può essere l'occasione per riannodare i fili di una bella storia cominciata 41 anni fa. Facchini, non vorrà farci credere che ricorda la prima partita? «Come no, 7 febbraio 1977, juniores, Massalombarda-Robur Lugo». Un derby per lei. «Sicuro, nato a Lugo, ma di Massalom-barda». Quante gare ha diretto? «Ho i numeri precisi». Impossibile. «E invece no: 702 partite in serie A, complessivamente 1821». La figura dell'arbitro che, per lei, è diventata una professione. «Ero il responsabile del laboratorio analisi di Eridania. Mi ero mangiato tutto, ferie, permessi retribuiti o meno. Con la famiglia ho preso questa decisione». Per Peterson l'arbitro migliore era quello che non si notava. Lei ha introdotto un modo di dirigere più spettacolare. «Il linguaggio del corpo è importante». Lei è nato arbitro? «No, facevo atletica. E' capitata l'occasione, ma ho cominciato da zero». In che senso? «Venivo dall'atletica. Ai tempi delle superiori, anziché tornare subito a casa, andavo al Villa Romiti per capire la Jol-lycolombani di Rinaldi e Cardaioli. Poi, quando ho avuto l'auto, andavo a Bologna per seguire gli allenamenti di Messina. Peterson è un grandissimo, ma su quella considerazione sugli arbitri non mi trova d'accordo. E poi...». Poi? «Non è vero che decide l'arbitro. C'è un regolamento. Non tutti lo conoscono». Le partite più belle? «Due, direi. La semifinale dei mondiali del 2006 a Saitama in Giappone: la Grecia batte gli Stati Uniti. Il pick'n'roll tra Papaloukas e Schortsianidis manda a monte i piani di coach Krzyzewski». L'altra? «Gara inaugurale del Giochi 2008: Cina-Stati Uniti. Emozioni forti». Tante emozioni, ma ricominciare dal Csi? «Arbitrare mi piace e mi diverte. E l'altra sera mi sono divertito tanto». Un grande rientro A più di cinque anni dalla finale scudetto tra Siena e Milano è tornato in campo per il Csi Rimpianti Nba? «Ho diretto due volte nella Summer League. Forse avrei potuto continuare. Poi ci fu il lock-out. All'inizio ci rimasi male, adesso no». Un arbitro può essere spettatore? «L'arbitro è uno spettatore. Che ha una posizione privilegiata, non solo non paga, ma viene retribuito. Penso alla serie scudetto del 1998. Vedere Danilovic e Rigaudeau, Basile e Ginobili. O la finale del mondiale donne. Uno show». Che presto diventerà un libro. LEGGENDA Fabio Facchini ha diretto 702 in serie A. Ha preso parte a un'edizione dei Giochi Olimpici, due mondiali e tre Europei (Ciamillo) «Sì, con Luca Corsolini ho scritto un volume. Ci sono alcuni personaggi come Gigi Terrieri e Lanfranco Malagoli, speaker di Virtus e Fortitudo. Quante volte hanno aiutato noi arbitri». Mai preso una sberla? «Mai. Ho rischiato qualcosa in B, a Montegranaro. Ma era la squadra ospite a essere aggressiva. E c'ero nella finale scudetto 2002, chiusa con l'invasione del PalaDozza. Ma nessun problema». Lei è in partenza, giusto. «Il 19 vado a Mosca. Sono uno degli arbitri invitati per il Gomelsky 90 (in campo tra gli altri Danilovic, Bodiroga, Smodis, Fucka, Rigaudeau, Nestero-vic, ndr), la gara in onore del coach che fece grande l'Armata Rossa. Una bella soddisfazione». L'arbitro può avere tra gli amici allenatori o giocatori? «Sì, ma in campo niente sconti. Fuori ci sono belle storie. Non è un segreto che sia amico di Messina e Pozzecco. Ho un ottimo rapporto con Mancinelli e Basile. E se vado a Belgrado, una telefonata a Danilovic non manca mai». L'arbitro è tifoso? «Della nazionale sì. E la cosa più cosa più bella, negli anni, è aver conquistato il rispetto. Ero a Reggio Emilia, qualche tempo fa. Du