>nEiiraniTEraiTEra tra amie Addio tempi di gloria, ora l'Italia del basket sta un gradino più giù DANIELE BARILLI C'ERA UNA VOLTA un'Italia che dominava tra i canestri. Un'Italia che vinceva la Coppa dei Campioni, o Euroleague che dirsi voglia, alzando al cielo 13 volte il trofeo più importante del basket europeo con Milano, Varese, Cantù, Roma e Bologna. Un'Italia che produceva campioni ed era considerata^ una delle nazioni più evolute della palla a spicchi. C'era una volta, insomma, una regina a cui un po' tutti si inchinavano. C'era una volta e, forse, non c'è più. Perché l'Italia non vince l'Euroleague da 17 anni (l'ultima volta fu nella stagione 2000/01 grazie alla Kinder Bologna) e non partecipa alle olimpiadi dal 2004 quando centrò una storica finale e una pregiatissima medaglia d'argento. Se a questo aggiungiamo che l'unica rappresentante italiana in Euroleague (bei tempi quando, poco più di una decina di anni fa potevamo ancora schierare quattro formazioni nel massimo torneo europeo) ovvero l'Ax Milano viaggia mestamente all'ultimo posto in classifica e rischia di chiudere la stagione sul fondo della graduatoria, esattamente come un anno fa, ci sono tutti i presupposti per parlare di un movimento in piena crisi. In crisi di idee, in crisi di vocazioni sportive e in crisi di progetti vincenti. In realtà, se si allarga l'analisi all'intero movimento, si scopre che non tutto è così negativo. Perché se è vero, come abbiamo detto, che l'Italia non riesce più ad emergere nelle competizioni più importanti, è altrettanto vero che il movimento sa ancora esprimere realtà di buon livello. NELL'EUROCUP, la seconda manifestazione europea dell'Uleb, i tre club italiani (Reggio Emilia, Trento e Torino) hanno superato agevolmente la prima fase e sono in corsa per conquistare i playoff, dimostrando auanto assurdo fosse il ivieto che le aveva tolte dai giochi l'anno scorso. E dimostrando di poter nutrire ambizioni importanti. Stesso discorso per le altre squadre tricolori (i campioni d'Italia di Venezia, Avellino, Sassari e Capo d'Orlando) impegnate nella Champions League, la manifestazione organizzata dalla Fiba: tranne i siciliani sono tutte in lotta per disputare i playoff. Milano, insomma, delude in quella che è la Nba europea, ma l'Italia dimostra che, al piano di sotto, può ancora essere competitiva. Non sarà più la regina dei cane