Si rischia grosso, servono scelte decise Poi tutti in trincea con tanta umiltà «NIENTE ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione». In queste parole di Oriana Fallaci crediamo ci sia lo stato d'animo di tutti coloro che, a Reggio, corrono al fianco della Grissvn Bon. Perché le sconfìtte con Brindisi e Bologna, entrambe assolutamente evitabili, hanno spinto nuovamente la compagine reggiana a camminare sull'orlo del burrone. Regalandole due o tre certezze di cui avremmo fatto volentieri a meno. La prima, quella che ci preoccupa meno, è che a febbraio i biancorossi resteranno a riposo per tre settimane, saltando la Final Eight di Coppa Italia e approfittando della sosta per le partite della nazionale. LA SECONDA è che, a meno di clamorose rimonte, quest'anno a maggio potremo vivere i week-end tra la Romagna e la Versilia perché iplayoff, per la compagine reggiana, assomigliano a un miraggio nel deserto. Per coltivare qualche speranza di rientrare tra le prime otto squadre italiane, infatti, nel girone di ritorno bisognerebbe vincere 11 partite su 15. E, per quanto sipossa essere ottimisti, non crediamo proprio che questa Grissin Bon possa farcela. La terza, e ultima, certezza, è che da oggi in poi si dovrà lottare davvero per evitare una retrocessione in serie A2 che sarebbe devastante e incredibilmente pericolosa. Il girone di ritorno che aspetta la compagine reggiana, infatti, sarà particolarmente impegnativo. I biancorossi affronteranno in trasferta tutte le partite contro le dirette rivali per la salvezza (Pesaro, Capo d'Orlando, Varese, Pistoia e Brindisi) e tra le mura amiche avranno quasi tutte le squadre più forti della serie A. Ci sarà da sudare, soffrire e, soprattutto, rimboccarsi le maniche. La strada, insomma, è davvero tutta in salita. Soprattutto guardando giocare White e soci. Perché malgrado siano cambiati diversi giocatori e malgrado siano stati fatti tanti aggiustamenti da agosto a oggi, i problemi sono sempre gli stessi. Non c'è solidità, in questa squadra, e non c'è compattezza. I biancorossi si sfaldano con una facilità disarmante e non bastano gli infortuni, che da anni continuano a martoriare la squadra, a giustificare i black out che si ripetono con regolarità all'interno di ogni partita. IN PIÙ la squadra fatica enormemente a costruire gioco. E non ha quasi mai certezze. Sob a tratti si vedono le potenzialità di questo gruppo che, al giro di boa della stagione, ha sempre mostrato tante lacune sia tecniche che mentali A parte un paio di partite, infatti, non abbiamo mai visto la Grissin Bon giocare 40 minuti con la stessa intensità e con la stessa faccia. Per tutto questo, vi diciamo la verità, siamo estremamente preoccupati Questa stagione, lo abbiamo già detto e lo ribadiamo, ha aspetti molto simili a quella dell'ultima retrocessione inA2. E, considerando tutto ciò, crediamo si debbano tenere tutti i radar accesi Proprio per questo pensiamo che sia giunta l'ora di disegnare gerarchie precise e di compiere scelte definitive. Accorciando le rotazioni e puntando con decisione sui giocatori che danno maggior affidamento. E' arrivato il momento, infatti, di andare in trincea. E in trincea ci si va con chi ha voglia di lottare davvero e ci si va con umiltà. Caratteristica che fatichiamo a intravedere in questa Grissin Bon. In trincea ci si va consapevoli dei limiti che si hanno, per supplire alle proprie carenze. In trincea ci si va per combattere e restare a galla. Per tutto questo in trincea bisogna andarci subito, quando alle spalle ci sono ancora 4 squadre. Per evitare che la paura cresca. E perché non vorremmo che la delusione continuasse ad avv