L'INTERVISTA CARLO RECALCATI. A tu per tu con l'allenatore canturino sbarcato sulla panchina in Piemonte «Il progetto è ambizioso: dobbiamo adeguarci alla grandezza del marchio Fiat» «Tornerò presto a Desio da avversario e so già che sarà un bagno di emozioni» «Torino? Intrigante E la Red October la sorpresa più bella» Doveva essere l'allenatore della Pallacanestro Cantù sino al prossimo 30 giugno prima che decidesse la scorsa estate di risolvere il proprio rapporto conlaproprie-tà Gerasimenko. Sarà invece ora, e sino al giugno 2019, il nuovo coach dell'Auxilium II debutto già ieri sera in Eurocup contro Vil-nius, quello in campionato invece domenica contro Brindisi. Carlo Recalcati, a 72 anni, si è rimesso in gioco e i riflettori si sono immediatamente accesi su di lui Del resto, lei fa sempre notizia. Mi ha colpito la nutrita presenza di giornalisti in occasione della conferenza stampa in cui sono stato presentato. Ma tanti tanti. Appunto. E che altro? Ho riscontrato immediatamente la capillare organizzazione societaria che sta dietro alla squadra. Del resto quando hai a che fare con la grandezza di un marchio quale Fiat ti devi poi veramente adeguare ed essere conseguente. Luca Banchi se n'è andato da Torino a causa di una proprietà eccessivamente invadente. Dove l'abbiamo già sentita e vista questa...? In effetti si può vagamente scorgere qualche analogia con il mio ultimo recente rapporto con la Pallacanestro Cantù. Ma anche lei se le va proprio a cercare! Dalla Bologna di Seragnoli alla Venezia di Bugnaro, dalla Cantù di Gerasimenko al la Torino dei Forni... Tante volte il progetto ti fa superare determinate titubanze. Nello specifico di Torino, c'è il marchio Fiat, l'onore di poter rappresentare una città come questa che sta investendo moltissimo sullo sport e che sta riportando un sacco di gente alla pallacanestro. Tutto ciò è estremamente stimolante. Anche se lei ha molto da perdere in una situazione del genere. In effetti è un subentro anomalo rispetto alla norma e anche più difficoltoso se vogliamo perché quando le cose vanno male uno entrae ingenere non può che fare meglio, mentre qui si può anche peggiorare. E allora? È molto motivante e io ho ancora bisogno di queste cose. Perché la lunga esperienza che hai accumulato può rischiare di farti perdere un po' di carica all'interno di una situazione di normalità, mentre così sei decisamente motivato. E pure l'uscita di scena di Banchi in questo modo ti consegna seppur indirettamente maggiori respon- sabilità. Ma sento di potermi assumere determinati compiti e determinati moli anche là dove l'aspettativa è alta Tornano intanto d'attualità gliallena-tori canturini: lei con Torino e Sacripanti che guida la capolistaAvellino. La sua squadra ha raggiunto una consapevolezza di sé che deriva dall'aver saputo superare tutti assieme anche momenti difficili in questi ultimi anni. La forza e la capacità di compattarsi hanno di fatto accresciuto l'autostima. E questa capacità di saper restare ad alto livello ne è una conseguenza E prima o poi l'occasione arriva, così come è giunta tre anni fa per Sassari e la stagione scorsa per Venezia. E della "sua" Cantù che dire? Il percorso e ciò che ha espresso e sta esprimendo pensando alle premesse è decisamente sorprendente. Se si deve parlare di una realtà che è andata al di sopra delle aspettative si deve certamente parlare di Cantù. L'auspicio per chi ama Cantù, tra questi il sottoscritto, è che possa andare avanti così fino alla fine. Èdunquesorprendenteancheperlei che solo sino a qualche mese fa la stava vivendo da dentro? A maggior ragione. Lo sostengo coscientemente proprio perché ho visto e toccato con mano quelle che potevano essere le premesse. Tecnicamente, cosa lacolpiscedi più della Red October? La capacità di Ma-co (Sodini, ndr) di esaltare le caratteristiche individuali che sono quelle di personalità molto spiccate che spesso - ma appunto non è questo il caso - si pongono in contrasto con quello che è l'interesse della squadra. La suabravura risiede anche nel fatto di aver fatto capire alle prime donne che si poteva rinunciare a qualcosa di proprio per cercare di elevare il risultato del collettivo. E il giocatore quando le cose vanno bene vede accresciuto il proprio valore. Avrebbe immaginato di tornare ad affrontare subitoquest'anno Cantù da avversario? Mi ero ripromesso di allena-e in questa stagione, consapevole che se mi fosse capitata l'occasione di torna-e in pista l'avrei valutata. Però per come si stavano mettendo le cose mi sembravafosse passato il momento in cui subentrare in corsa Ed ero diventato realista Ma poi l'improvvisa chiamata da parte di Torino ha sparigliato di nuovo le carte. Carlo Recalcati, 72 anni, al suo settimo club diverso in serie A Tra l'al