Happy Casa Brindisi: con Pesaro tutto in gioco Basket Conto alla rovescia per la sfida salvezza del PalaPentassuglia. Tifosi mobilitati, si va verso il pienone di Antonio RODI BRINDISI - La disfatta (perché di questo stiamo parlando) di Avellino è da imputare soprattutto ad un fattore caratteriale e mentale. Dopo c'è anche l'aspetto tecnico, ma è ben vedere rappresenta l'ovvia conseguenza. Perché se è vero che Avellino ha più talento e più esperienza rispetto al Brindisi, è altrettanto vero che partite come queste non puoi assolutamente permetterti di giocarle sotto tono, con la testa rivolta chissà dove. Brindisi non è stata capace di tenere botta alla formazione campana per il semplice fatto di aver approcciato alla sfida in maniera sbagliata. Certo, pensare di uscire indenni dal PalaDelMauro era quasi un'utopia (8 vinte e solo una persa davanti al pubblico amico per Zeirni e compagni), ma era lecito attendersi dai biancazzurri ben altra prestazione, ben altro mordente. Una sconfitta che lascia pochissimo margine a qualsivoglia commento, che non ha giustificazioni, assolutamente meritata e senza appello.. Si diceva dell'approccio alla partita. Che, di fatto, è paurosamente mancato. Del resto basta dare un'occhiata a quanto fatto (o meglio non fatto) nei primi dieci minuti della contesa e ai numeri espressi: appena 11 punti scritti a referto (saranno poi 29 all'intervallo lungo) contro i 27 altrui (52 alla sirena del 20'), 5/20 totale dal campo, 7 rimbalzi catturati (12 quelli di Avellino) e appena 6 di valutazione complessiva (38 per la squadra di casa). Sono indicativi e mettono nero su bianco stilla prova dei biancazzurri. Il tutto in un continuo procedere a fari spenti, privi di bussola e del benché minimo raziocinio in ambedue le parti del campo. Brindisi è stata presa e spazzata via nel breve volgere di un batter di ciglio, senza metterci mai un pizzico di grinta e cattiveria agonistica. Ha continuato nel stio refrain, spadellando sempre e comunque (emblematico il 3/22 dall'arco dei 6.75, ossia il 13.6%). E pur vero che Avellino è squadra costruita per arrivare in fondo mentre Brindisi ha come unico suo obiettivo quello di centrare la salvezza, ma prestazioni come quelle offerte in Irpinia lasciano sgomenti. Soprattutto alla luce della delicata sfida di domenica contro la VL Pesaro. Uno scontro diretto in piena regola, un face to face che nessuna delle contendenti può permettersi di sbagliare. Il destino, le ambizioni e le speranze di risalire la china passano, gioco forza, dal match del PalaPentassuglia (palla a due fissata alle 18). I marchigiani sono tornati al successo proprio domenica, così da interrompere una striscia di 5 ko di fila. Lo hanno fatto in un altro faccia a faccia in fondo alla classifica che li ve- deva opposti a Capo d'Orlando (10a sconfitta consecutiva in campionato. Ritoccato ancor auna volta il record negativo di società) senza però riuscire a ribaltare il computo degli scontri diretti. Pesaro ha così raggiunto i 10 punti in classifica alla ventunesima giornata, proprio com'era successo nella stagione 1997/1998 quando ottenne la quinta vittoria alla giornata numero 21. Un successo che porta la firma indelebile di Eric Mika, al suo record personale di rimbalzi (17 palloni sotto i tabelloni con 13 rimbalzi difensivi, anche questo suo record personale) e alla sua miglior gara anche per valutazione (29 che supera il 28 realizzato nel turno scorso contro Cremona, nonché alla quarta doppia-doppia in campionato (per lui pure 10 punti, oltre a 4 assist smazzati). Il lungo americano è stato tra gli artefici della rimonta della VL che dal -16 arrivato in corso d'opera l'ha proiettata fino alla vittoria giunta all'over time. A Brindisi la squadra allenata da Sprio Leka si gioca un'altra fetta di speranza mentre, dal canto suo, la Happy Casa solo vincendo (e ribaltando il -5 della gara d'andata) riuscirebbe a mettere una seria ipoteca sulla permanenza nella massima serie. Mobilitati i tifos