Il campo presenta il conto alla Dinamo Ennesimo obiettivo fallito per la squadra di Pasquini: il ko di Le Portel è figlio dei soliti difetti emersi periodicamente di Andrea Sini » SASSARI Respinti con perdite dopo lo sbarco in Normandia, cacciati via con disonore dalla coppe europee dopo un doppio flop, prima in Champions League, poi nella sorella minore della competizione Fiba, la Europe Cup. Il ko di mercoledì a Le Portel è l'ultimo di una serie di schiaffi che la Dinamo ha collezionato in questa stagione fatta di alti e bassi, di esami di maturità costantemente falliti e di partite da den-tro-fuori regolarmente perse. Lo schiaffo di Le Portel. I sassaresi di Federico Pasquini erano usciti dalla Champions per un solo punto nella differenza canestro con Murcia, ma di fatto non sono mai stati veramente in corsa per la qualificazioni. Una volta usciti di scena, si sono presentati in Europe Cup facendo un pensierino a qualcosa di importante. La vittoria finale? Forse, di certo nessuno si sarebbe aspettato di vedere i sassaresi in casacca biancoverde tornare definitivamente a casa con le pive nel sacco dopo un solo turno. Soprattutto dopo 0+17 maturato nella gara di andata contro Le Portel: i francesi avranno anche conquistato 11 vittorie di fila nelle due fasi a gironi, ma nel campionato transalpino si trovano attualmente al decimo posto. Non una schiacciasassi, insomma. Invece il Banco è riuscito a giocare la "partita perfetta" ma al contrario, dilapidando tutto il margine di vantaggio in appena 24 minuti e finendo poi per scontrarsi con il suo limite croni-cori finali punto apunto. La paura fa 45'. Partendo dal risultato finale, salta agli occhi il fatto che Bamforth e compagni si sono arresi per l'ennesima volta al termine di un tempo supplementare. Era capitato a Venezia, a Desio contro Cantù, a Ute-na e in casa contro Avellino. Come già ampiamente sottolineato in passato, tra tutte le gare finite al fotofinish, sinora la Dinamo l'ha spuntata solo in casa della Leonessa Brescia. In tutti gli altri casi, tra campionato e Champions, la Dinamo ha sempre perso: -5 a Utena, -2 a Venezia, -7 contro Avellino, -6 in casa di Cantù, con Pinar (-1) e Olden-burg (-7), a Torino (-5), Pesaro (-3) e a Reggio Emilia (-2). Ancora una volta, oltre alla prestazione pessima a livello di squadra, sono mancati completamente gli stoccatori e, anzi, a combinare i peggiori disastri nel momento clou è stato un giocatore d'esperienza come Hatcher. Obiettivi falliti. La qualificazione ai quarti di Europe cup è l'ennesimo obiettivo intermedio tappato dai sassaresi in questa stagione: prima l'eliminazione dalla Supercoppa in semifinale, poi il mancato accesso alla Final Eight di Coppa Italia e l'eliminazione dalla Champions. Ora anche la mesta uscita di scena dalla Europe Cup e tutte le speranze che si concentrano sulla corsa ai playoff scudetto. Problemi irrisolti. Della mancanza di sangue freddo della coppa Bamforth-Hatcher si parla ormai da mesi e la contemporanea carenza di leadership da parte delle due combo guarà titolari sta pesando. L'arrivo di Bostic al posto di Randolph ha aggiunto sostanza, ma la coperta resta corta nel settore lunghi: se da un lato la Dinamo è una delle poche squadre del campionato che può vantare una coppia di lunghi bene assortita come quella formata da Planinic e Jones, d'altro canto è sempre più evidente l'assenza di un quattro di raccordo, dato che Polonara è un "quattro" che dà il meglio di sé lontano dall'area o comunque non in contesti legati a schemi (rimbalzi, intimidazione). Il tempo e i marginiperintervenire sul mercato ci sono ancora. La leadership e il coraggio, invece, purtroppo non si possono acquistare un tanto al chilo. I giocatori della Dinamo confabulano tra loro. L'