BASKET VUELLE «SONO ARRIVATO DA UN MESE E LAVORO IN SILENZIO NELLA VOSTRA CITTA MI SONO TROVATO BENISSIMO E OGNI VOLTA CHE TORNO LA TROVO SPECIALE» «Pesaro nel cuore, ma devo battervi» L'ex di turno Lydeka da febbraio a Brindisi per raggiungere una salvezza complicata Su Rai sport la partita di domenica 25 marzo Con Trento posticipo alle 20,45 Pesaro LA PROSSIMA partita casalinga della Vuelle sarà ancora in diretta televisiva e si giocherà in posticipo domenica 25 marzo alle 20,45 contro la Dolomiti Energia Trento, su Rai Sport. Invece nella prossima gara in calendario, domenica 18 marzo a Brindisi, la palla a due sarà alzata alle ore 18. Fischiano il confronto numero 30 fra i due club Enrico Sabetta, Michele Rossi e Luca Weidmann. Radiocronaca diretta del match sulle frequenze di Radio Incontro, oltre che sulla piattaforma Europlayer (internet, a pagamento). Per chi volesse godersela sul maxi-schermo, il pub «Di Sana Pinta» in viale Marconi è a disposizione dei tifosi biancorossi. ¦ Pesaro HA VISSUTO due epoche diametralmente opposte in maglia Vuelle Tau Lydeka, il gigante lituano che domenica a Brindisi incrocerà le armi contro la sua ex squadra. Dal 2010 al 2012 un bellissimo periodo, con ancora il marchio Scavolini - insieme a Siviglia - sulle maglie, culminato con la semifinale giocata contro l'Armani Milano che portò per ben due volte in tre giorni 10.000 tifosi sugli spalti dell'Adriatic Arena. Momenti indimenticabili e, forse, irripetibili per la storia della pallacanestro pesarese. Lydeka è tornato poi in città nel 2015/2016, a stagione in corso, per aiutare una Consultinvest zeppa di rookie (fra cui Christon e Lacey) a salvarsi. Una delle tante annate sofferte di queste ultime cinque. «Ma di quella squadra ormai è rimasto solo Marco Ceron - dice Tau - e conosco poi Diego Monaldi, che era con me a Sassari l'anno scorso. Ho visto solo una partita della Vuelle quest'anno, quella contro Cremona, in televisione. Sono rientrato da poco in Italia, quindi ancora non so molto di questo campionato». Aveva firmato, il pi-vottone del Baltico, in Francia per il Limoges «ma solo per gioca- re l'Eurocup, quindi quando la squadra è uscita dalla competizione il mio contratto è scaduto. Cercavo un'altra formazione per completare l'annata e, come sapete, torno sempre volentieri in Italia, quindi la scelta è caduta su Brindisi, dove sono arrivato il 12 febbraio». E HA TROVATO una formazione in difficoltà, anche se forse in tanti si aspettavano cose diverse dall'Happy Brindisi dopo il resty-ling che ha portato Vitucci in panca al posto di Dell'Agnello. «In realtà il calendario ha complicato parecchio le cose: abbiamo affrontato squadre di alta classifica come Milano, Brescia e Avellino, quindi le sconfitte sembrano più dure, ma bisogna tener conto della differenza dei roster. Poi la sosta non ci ha fatto bene, mi sembra - aggiunge Lydeka - che questo gruppo sia ancora alla ricerca della chimica giusta dopo i cambiamenti effettuati. Ma forse di queste cose vi direbbe meglio l'allenatore, io sono arrivato da un mese e cerco di fare il mio lavoro in silenzio, come mio costume». E' rimasto molto legato a Pesaro, Tau, e non lo nasconde: «Infatti IL GRANDE EX Lydeka qui in maglia Vuelle appena posso torno in citta, magari per una breve vacanza o per rivedere gli amici che abbiamo lasciato. Non so dire bene perché, ma per la mia famiglia, la vostra città è un posto speciale, ci è rimasta nel cuore». Ma domenica non potrà fare sconti alla Vuelle: «Lo sport è così, soprattutto la pallacanestro. Non c'è pareggio, ogni domenica qualcuno esce vincente e qualcun altro perdente dal campo. Non può andare bene a tutte e due, mai. E io sono dalla parte opposta». ANCHE QUEST'ANNO, la Vuelle ha costruito sui rookie, che necessitano di un periodo di adattamento, più o meno lungo: che ne pensa, lui che di esperienze ne ha avute tante in questo mondo? «Che con i rookie è sempre così. Prima di tutto perché la pallacanestro qui è molto diversa da quella del college: ci sono più regole, c'è un sistema e per loro è complicato all'inizio. Poi, soprattutto il primo anno, bisogna adattarsi a tradizioni diverse, a una vita differente da quella a cui sono abituati negli Stati Uniti. Vi garantisco, però, che dopo un po' di anni in Europa gli americani stanno benone da noi e cambiano la loro mentalità». Classe '83: quanti anni da giocatore vede ancora davanti a sé? «Non è una questione di età, ma di forma fìsica. Io mi s