L'OPINIONE Varese ha già battuto squadre forti così di GIANCARLO PIGIONATTI Nuove verifiche attendono gli uomini di Caja, tornati sulla terra dopo aver toccato il cielo, ma non per questa ragione ridimensionabili nelle loro possibilità pur di fronte a gare durissime, come lo erano quelle archiviate superbamente nonostante tremende pressioni di classifica e relative preoccupazioni. Ora a Masnago s'annuncia Avellino che si porta appresso ogni ben di Dio tecnico e fisico come prerogativa della sua eccellente competitività. Batterla si può, non fosse altro nel ricordo dell'ultima gara in casa nella quale la brillante e quadrata Brescia usci stordita, anzi massacrata. E non si era ai tempi delle Guerre Puniche ma soltanto un mese fa o giù di li. Già, dopo le palette rosse di Pistoia e Trento, occorre riprendere il destino nelle proprie mani, obiettivo possibile sempre che non si sia annacquata quell'intima convinzione che aveva scatenato l'OJM oltre ogni ragionevole dubbio e ogni disarmante ostacolo: un'eventualità remota non patendo essa di complessi d'inferiorità né di oscure involuzioni avendo pur sempre, in caso di esito avverso, considerando anche la trasferta di Sassari, buoni margini di serenità e sicurezza in classifica nonché utili appigli all'orizzonte ricevendo, a sette giornate dalla fine, Pesaro, Reggio Emilia, Brindisi e Cremona a Masnago. Tuttavia non è il caso, pur in uno stringato realismo, dimettere le mani avanti potendo la squadra far valere oggi carattere e orgoglio per non farsi soggiogare daavversari pur decisamente votati al successo ma non imbattibili né intoccabili. Avellino, indubbiamente, possiede tutto e di più, a cominciare da quella montagna diFesenko, spesso pure fatata, per continuare con un ragionatore arrembante come Filloy, un "bomber" come Rich (20 punti a gara) e un magnifico "collante " fra reparti, una rarità, come Leunen. E potremmo proseguire nella rassegna di individualità di valore, ben attagliate a un collettivo ben "lavorato" in palestra e in gara da Sacripanti, evidentemente capace di calare una possibile "primadonna " in una puntigliosa applicazione di squadra. Non è un caso se la Sidigas è prima in classifica per differenza trapunti segnati e subiti, con un più 161 che risalta la sua vocazione di formazione completa e incisiva sui due fronti del campo. Varese, settima in tale classifica, non parte battuta, motivata peraltro da una sfida che la carica fortemente. Semmai le manca la presenza di un "pezzo forte", anche se soltanto per manciate di minuti, come Pelle. Non manca però la speranza di imbatterci i