Tic, Paganoni si dimette da presidente «Manca serenità, inutile proseguire» Basket serie A. L'associazione Tutti Insieme Cantù detiene il 10% delle quote del club biancoblù «Altri consiglieri escono con me». Nubi si addensano ora sul futuro dell'azionariato popolare Mattia Paganoni (al centro) tra Mino Taveri e Valentina Vignali in occasione di un evento a Cantù FABIO CAVAGNA CANTÙ «Con la morte nel cuore annuncio le mie dimissioni dalla carica di presidente perché purtroppo non esistono più le condizioni per andare avanti in maniera serena,ma soprattutto produttiva e utile. Sicuramente mi mancherà da morire tutto questo,ma è la decisione giusta». Un inciso, questo, tratto dal post con il quale ieri mattina sulla pagina Face-book di Tutti Insieme Cantù, Mattia Paganoni annunciava urbi et orbi di aver mollato. Di interrompere così, dopo circa due anni e mezzo, la propria esperienza a capo della associazione canturi-nachedetieneillO% delle quote della Pallacanestro Cantù attraverso l'azionariato popolare, a seguito del progetto nato nel 2014. «Mai avuto condizionamenti» Dalle parole di Paganoni sembre-rebbe evincersi che siano nel frattempo venute a mancare le basi nel rapporto di fiducia tra Tic e la Pallacanestro Cantù «È assolutamente così - conferma il diretto interessato -, ma non intendo in questa sede né togliermi sassolini dalla scarpe né tantomeno lanciare accuse. Semplicemente, per la direzione che ha preso la società era da tempo che maturavo questa convinzione. E ora l'ho formalizzata». Una decisione che, almeno in apparenza e soltanto affrontando con una certa superficialità la situazione attuale della società brianzola, parrebbe spiazzare e in qualche maniera far scalpore. «È giusto che la gente se lo chieda perché proprio ora io lasci la carica e magari si interroghi-fa presente Paganoni-. Ma vorrei anche far comprendere che ho sempre fatto di tutto per tutelare la Pallacanestro Cantù e i suoi tifosi e l'avrei continuato a fare. Per miaf ortuna non ho mai avuto condizionamenti perché non è mai stato né il mio lavoro, né una fonte di guadagno, né un'ispira-zioneperlamia carriera, ma semplicemente una passione che poi è dive ntata qualcosa in più e che mi ha fatto sempre vivere in maniera raziocinante proprio in forza di questo distacco che ho avuto nei confronti di quella è che la proprietà. Un distacco che mi ha permesso di essere sempre molto razionale quando ho organizzato le cose, quando mi sono confrontato con laproprietà e con i tifosi che mi chiedevano spiegazioni». «Un punto di aggregazione» Atal proposito, Paganoni nel post cui si faceva cenno all'inizio, scrive che «"lavorare" (gratis natu-ralmente,ma visti il tempo e le energie dedicate era come un lavoro) per la Pallacanestro Cantù, lasocietà per la quale ho sempre tifato e in base alla quale ho sempre organizzato la mia vita, è stato un onore e un privilegio». Il contributo di Tic, anche a livello organizzativo, si è rivelato molto importante in questi anni. «Abbiamo sempre voluto fare da punto di aggregazione per tutto il tifo canturino - osserva -. Ed è stato gratificante proporre eventi e seguirne le vicende. Oltre ovviamente ad avere un rapporto diretto con le cosiddette "stanze segrete" della società. Abbiamo organizzato trofei estivi, presentazioni della squadra (portando gente del calibro di Mino Taveri, Juliana Moreira, Roberto Ferrari, Francesca Brambilla), maglie speciali e cene, abbiamo aiutato aorganizzare (evinto!) una finale scudetto giovanile. Insomma, ne abbiamo fatte di cose. E soprattutto abbiamo portato centinaia di migliaia di euro nelle casse della Pallacanestro Cantù,grazie a tutti i soci Tic e grazie agli eventi». E ora? «Con me, escono dal eda di Tic anche diversi consiglieri - informa Paganoni - e dunque ci sarà da risistemare un po' tutto lì dentro, ma mi auguro che tutto il lavoro fatto in ques