Gli ex compagni «Angelo custode di tutti noi» ¦ # » Carlo "Charly" Recalcati Fabrizio "Ciccio" Della Fiori Pierluigi "Pierlo" Marzorati L'ex patron Roberto Allievi Reazioni Aneddoti di Marzorati Della Fiori, Recalcati e Roberto Allievi «Era forte e buono» Otto anni in maglia canturina per Bob Lienhard. Tutti condivisi con altre tre colonne della pallacanestro brianzola, italiana e internazionale, vale a dire Carlo Recalcati, Ciccio Della Fiori e Pierluigi Marzorati all'interno della «leggendaria "squadra-famiglia" di Aldo Allievi» come ha avuto modo di definirla Valerio Bianchini. «Bob aveva enormi qualità tecniche eppure il suo spessore umano è stato anche superiore. E questo la dice lunga... - sottolinea il "Charly" -. Era il compagno di squadra perfetto e questo suo modo di essere l'ha dimostrato anche in tutto il periodo della lunga malattia. Dove ha sofferto davvero tanto, contantissima dignità. Andavi a trovarlo cercando di portargli conforto e ti ritrovavi a venir via essendo tu quello confortato... A chi gli era vicino sapeva trasmettere quelle sue innate qualità morali. Nel mio percorso di crescita come persona ha contribuito in maniera determinante la sua presenza e il suo esempio. Sempre al sei-vizio dell'utilità del prossimo prima ai pensare a se stesso. Di recente l'avevo omaggiato di una foto assai significativa: io segnavo mentre lui alle spalle allargava le braccia come fosse il mio angelo custode. Grazie, gli ho detto, per tutti quei canestri che mi hai permesso di mettere a segno». «Per me era come unfratello e non è di certo una frase fatta - afferma "Ciccio" che ha appreso la notizia a Monaco di Baviera -. Bob era buonissimo dentro e fuori il campo. Giocava duro, ma grande e grosso com'era se per caso ti dava unabotta chiedeva subito scusa come fosse in colpa. Ricordo i ritiri precampionato quando si andava a correre nei boschi: lui sempre ulti- mo e io penultimo, mentre gli altri erano molto più avanti. Ti sto vicino, gli raccontavo, per non perderti di vista perché altrimenti tu che sei straniero potresti smarrirti... Era silenzioso, ma osservava tutto e non gli scappava niente. È stato super in tutto. Ci mancherà». «Incuteva timore fisicamente, ma era un buono - concorda il "Pierlo" -. Noi in campo ci sentivamo protetti da questo omone, anche se in realtà non sapeva far male a una mosca. E in tanti anni di frequentazione in squadra non abbiamo mai avuto una discussione. Persona molto riservata, ha avuto la grande umiltà - lui che veniva da una città come New York - di calarsi nella realtà brianzola». Acapo di quella " squadra-famiglia" c'era il mitico Aldo Allievi, coadiuvato dal figlio Roberto. «Bob - ricorda quest'ultimo - è stato con noi nel primo vero momento di grande noto- rietà e popolarità della Pallacanestro Cantù. Era il nostro gigante buono. Al suo fianco tanti ragazzi che hanno fatto la storia della nostra società, persone che si sono in seguito frequentate anche al di fuori del rettangolo di gioco e che sono rimaste care amiche. Tutta gente che ha dato sul cam