AILOVDISGHEIM Di Bob ho sempre invidiato la sua curiosità a 360 gradi 1 nostro coach aveva presentato la partita in Ungheria in modo onesto, precisando che la squadra magiara era davvero forte. Si poteva pensare che mettesse le mani avanti. Invece non è così. La vittoria fuori casa, quindi, assume un valore eccezionale, soprattutto in prospettiva per un eventuale prosieguo in Coppa. La soddisfazione per questa vittoriaha, però, lasciato spazio a una profonda amarezza per la scomparsa di Bob Lienhard. Nonostante io non abbia partecipato a tanti successi da lui ottenuti in campionato e nelle varie coppe, era diventato un amico. Dico subito che uno dei motivi della nostra conoscenza è stato un incontro del Pana-thlon a Sondrio, con cena, occasione in cui Bob con molta calma mangiò due volte, dal primo alla frutta, sgridandomi perché a suo dire, ed è vero, io mangiavo troppo in fretta. Vista la sua simpatia, aggiunta al fatto che era una sor-presa sentir parlare un ameri-canone come lui in brianzolo, è stato un vero piacere condividere la partecipazione a diverse serate, organizzate da Mor-begno aBormio, daDiego Pini, inventore con Aldo Anastasi, del trofeo Valtellina. Naturalmente le nostre comuni abitudini ci hanno portato a moltissimi incontri simpatici nella casa di Cantù che era di proprietà dei Fossati, i genitori della moglie Angela. Frequentando l'Angela, una donna intelligente e tosta, che da giovane ha lasciato Cantù per andare a Londra a lavorare e per tornare ed esprimersi in inglese meglio che in italiano, è facile capire quanto il marito sia stato aiutato nell'integrazione e nel passaggio dall America alla Brianza. Ho sempre invidiato la curiosità, non solo culturale, di Bob per la nostra storia, il nostro ambiente, le nostre tradizioni e soprattutto per il lavoro manuale e artigianale, mutuato dal suocero. In effetti Bob, da laureato in Economia, era sempre nel laboratorio dove ha imparato a lavorare sul legno e sul ferro. La federazione eie istituzioni cestistiche, per il solito egoismo provinciale, non hanno consentito a lui di giocare come italiano, mentre successivamente tanti stranieri sono arrivati in Italia e hanno giocato da italiani anche se non sapevano nemmeno dire buongiorno. Il motivo è semplice, se Bob avesse avuto il permesso di giocare da italiano, Cantù sarebbe diventata troppo grande. Negli anni '90, l'ho coinvolto per le traduzioni dei vari contratti che facevamo con i giocatori stranieri e Bob, spesso e volentieri, ha dato una mano ai ragazzi anche come interprete e facilitatore. Nel periodo nel quale non ha potuto giocare da italiano, ha trovato l'opportunità di lavorare nello studio di Corrado e per anni ha seguito i bilanci delle più importanti industrie del canturino. Recentemente, accompagnato damiamoglie, sono stato a trovare Bob ed Angela nella casa di via Giovio a Como. Le telefonate non erano sufficienti achiarire le rispettive esperienze personali in tema di salute e avevamo voglia di passare qualche momento insieme. In un angolo di Como fra i più belli, la casa parla dei Lienhard. Una corte elegante e sobria con un angolo di verde curato da Angela, che ha sempre avuto gusto per ogni particolare della casa. In chiusura Bob mi ha citato un pensiero di MalcolmForbes: «Il nostro futuro è continuare a guardare lontano, continuare a cercare i castelli in aria, sono lì da scoprire». L'hafatto suo aggiungendo: «Gianni: stag atent. L'è insci e basta». Salutandolo, gli ho ricordato l'onore che mi ha fatto quando midonòilpremiocome miglior rimbalzista dell'Università della Georgia da lui vinto nella stagione 1968-69. Per onorare la memoria di Bob, torniamo ad andare in massa al PalaBancoDesio per spingere