Smartphone negli spogliatoi, Meo furioso D'accordo il desiderio di essere sempre connessi, ma ci sono certi limiti che non vanno superati. A sottolinearlo, ieri nel corso di un seminario organizzato da Ussi e Fip all'Acqua Acetosa, è stato il et della Nazionale Meo Sacchetti. Gli azzurri hanno ottenuto due importantissime vittorie su Polonia e Ungheria nelle qualificazioni ai Mondiali di Cina 2019, ma al tecnico non è andato giù il comportamento di alcuni giocatori che hanno fatto uso del telefono cellulare nell'intervallo di questi due match. Su questo Sacchetti non è disposto a "fare sconti", e infatti si è arrabbiato e ora si aspetta che la Fip prenda provvedimenti. «I social network hanno cambiato la comunicazione, ma bisognerebbe avere un rapporto diverso con il telefonino - ha detto il tecnico che a Sassari vinse uno storico scudetto -. Dopo la nostra doppia vittoria contro Polonia e Ungheria, mi hanno riferito che alcuni giocatori hanno usato il cellulare nello spogliatoio tra primo e secondo tempo. Non esiste, non si può, mi sono arrabbiato molto». «Sui cellulari a tavola ho perso la battaglia - ha aggiunto Sacchetti -: avevamo delle regole, ma poi vedevo i giocatori usarli di nascosto durante il pranzo e allora meglio permetterne l'utilizzo. Ma durante la partita, tra il primo e il secondo tempo, non è possibile: questa battaglia non la perderò mai. Non siamo la Gestapo ma cosi non va bene: ora vediamo cosa deciderà il presidente, magari togliamo ai giocatori la diaria e la prendo io». Non basta: «un giorno quando siamo entrati in pullman eravamo in otto - ha raccontato il et -, e tutti e otto con la testa abbassata sul cellulare. L'unico che la teneva meno bassa era un argentino (l'oriundo Filloy n.d.r.). L