BASKET DOMENICO LATAGLIATA La Fiat è a pezzi e si aggrappa all'ultimo arrivato BASKET Senza stelle e centimetri la Fiat si aggrappa a Jaiteh Torino in campo a mezzogiorno con Brindisi dell'ex coach Vitucci DOMENICO LATAGLAIATA «Positività ed energia»: sono le prime parole che Mam Jaiteh usa per descriversi al termine delle due ore di allenamento al Vela. Nessun cinque contro cinque, coach Brown a spiegare mille volte movimenti e posizioni che potranno forse venire buoni oggi, quando nell'impianto di via Ventimiglia la Fiat ospiterà l'Happy Casa Brindisi (ore 12) di Frank Vitucci, allenatore gentiluomo che a Torino fece fino in fondo il proprio dovere per una stagione e trequarti. Senza Delfino, McAdoo e Cotton, con Cusin quasi certamente out (una decisione sarà presa solo pochi minuti prima della palla a due), la Fiat proverà a ripartire dopo due ko di fila in campionato (più i sei di Eurocup) per agganciare proprio i pugliesi a quota 6 in classifica. In campo, anche due nuovi gialloblù: Marco Portannese, 29enne esterno ex Cremona che gli appassionati conoscono per averlo già visto in maglia Pms nel 2011/12, e appunto Jaiteh. Ragazzone della banlieu parigina («il mio quartiere è vicino a quello di Mbappè»), appena uscito da Limoges «perché volevo giocare di più. Torino rappresenta una bella occasione per mettermi in mostra: il contratto è di due mesi, ma entro fine dicembre potrà essere esteso fino a fine stagione e io conto di riuscire a convincere lo staffa confermarmi». Vista la situazione, la Fiat avrà bisogno dei suoi centimetri e della sua fisicità: «Il mio idolo è stato Tim Duncan, grazie alla cui intelligenza San Antonio ha vinto tanto. Non era il più alto di tutti o il più forte fisicamente, di sicuro però era il più intelligente nelle scelte di gioco. Mi ispiro a lui». Intanto, va a lezione da Brown e prova a imparare quel che serve: «Con il basket ho iniziato tardi, quando avevo dodici anni -racconta Jaiteh, 24 anni e origini senegalesi -. Prima giocavo a calcio, fino a quando ho dato retta a un amico che mi spingeva a provare con la palla a spicchi». Poi, una tappa via l'altra (Boulogne-su-Mer, Nanterre, Strasburgo e Limoges) fino alla fermata torinese: «Spero possano raggiungermi presto la mia fidanzata Noah e il nostro bimbo di quattordici mesi. Giocherò con la maglia numero 16, il giorno in cui è nata la mia ragazza: il 18, che avrei dedicato a mio figlio, era già occupato così come il 14 che è stato il mio preferito. Quello che conta sarà però il mio rendimento sul campo: l'impegno non mancherà di certo». Oggi, il primo esame sul parquet contro una squadra fin qui dimostratasi molto quadrata: con due trasferte complicate dietro l'angolo prima della sosta (Bologna e Brescia), la Fiat è in pratica quasi obbligata a muovere la classifica. Aspettando buone nuove sul fronte playmaker, visto che il tempo di Taylor è scaduto.  © !¦¦ (