Basket: acciaierie sotto sequestro, Gerasimenko mette in vendita lo storico club a costo zero Ma se non si trovano subito nuovi fondi la società potrebbe essere esclusa dal campionato L'azienda del patron russo fa crac Cantù senza soldi per la serie A MIRCO MELLONI Un club da 3 scudetti, 12 trofei internazionali e 82 anni di storia è sul mercato «a costo zero». Il futuro della Pallacanestro Cantù, un tempo Regina d'Europa, è in pericolo dopo i guai che hanno colpito il patron russo Dmitry Gerasimenko, il primo proprietario straniero del nostro basket. Il fallimento della Red October, la sua azienda nel settore dell'acciaio, e il blocco del suo patrimonio hanno messo in ginocchio l'imprenditore che 3 anni fa acquistò il club brianzolo con tanti sogni nel cassetto: vincere un trofeo, costruire il palasport che a Cantù aspettano da 30 anni e magari scendere in campo come fece nel Volvograd, club russo del quale era proprietario. L'interesse per Torino Gli strali delle autorità russe hanno invece costretto Gerasimenko alla resa, espressa ieri dall'estero, dato che il patron manca dall'Italia da quasi 2 anni: «La mia azienda è stata sot- toposta a sequestro, che definirei esproprio da parte di alcuni esponenti governativi della regione di Volgograd e della sua Agenzia delle Entrate. Ciò determina l'impossibilità da parte mia di mantenere la Pallacanestro Cantù. Al fine di dare continuità all'attività della squadra, metto sul mercato la mia partecipazione azionaria a costo zero». Un crollo improvviso, dato che soltanto pochi giorni fa Cantù aveva incontrato la Federazione per il progetto del nuovo palazzetto (e dalla Fip erano arrivate lodi), senza dimenticare che Gerasimenko si era interessato - attraverso intermediari italiani - all'acquisto dell'Au-xilium Torino, società alla quale aveva fatto due offerte e che negli ultimi giorni ha però spostato altrove lo sguardo per trovare nuovi soci. Il rimpianto di Marzorati La partecipazione azionaria di Gerasimenko a Cantù era diventata del 100%, dopo l'uscita dei 6 soci di minoranza - tra i quali l'ex proprietaria Anna Cremascoli - che ora stanno cercando di intervenire. La stagione in corso può essere com- pletata alleggerendo il monte salari da qualche contratto o vendendo il terreno del nuovo palasport. I dubbi riguardano ciò che accadrà dopo: la situazione debitoria sarebbe delicata e più di un giocatore della passata stagione ha reclamato gli stipendi arretrati nelle sedi opportune (la Fiba) e via social network, come ieri Randy Cul-pepper. «Certo, Gerasimenko non ha rispettato i tifosi non facendo chiarezza sulla provenienza dei suoi fondi - ha detto la bandiera Pierluigi Marzorati, capitano della squadra al vertice europeo negli anni 70 e 80 -. Ma senza Gerasimenko a mettere dieci milioni in tre anni, pur con scelte discutibili, chi avrebbe portato avanti Cantù?». Ed è questo il grande cruccio della piccola città brianzola che una volta sfidava i colossi europei. E che oggi fatica a vedere un futuro.  Gerasimenko avrà fatto anche scelte discutibili ma senza di lui anni fa chi avrebbe portato avanti Cantù? Proprietario in difficoltà Dmitry Gerasimenko Per il fallimento della sua azienda Red October (acciaio) non può più disporre del proprio patrimonio. Gerry Blakes (Ca