La politica preoccupata «Facciamo squadra» Dall'amministrazione le voci che trapelano sono di cautela e preoccupazione. I rapporti con la Pallacanestro Cantù e con i tifosi negli ultimi 30 anni non sempre sono stati positivi. Tante questioni, primariamente quella del palazzetto. Ad oggi, con un mondo sportivo che assume sempre di più la dimensione privata, certe dinamiche non esistono più, ma è evidente che l'istituzione non può che essere preoccupata per una situazione non imprevedibile ma sicuramente improvvisa: «Guardiamo sicuramente con preoccupazione la situazione, ma anche con cautela - dice Alice Galbiati, vicesindaco - il comunicato di Popovsembra in- vertire la rotta negativa tracciata da Gerasimenko. Quello che posso dire è che laddove ve ne fosse bisogno l'amministrazione farà tutto ciò che è in suo potere per promuovere il dialogo tra gli operatori al fine di cercare una soluzione che scongiuri la perdita di un simbolo così importante come la nostra squadra». La sensazione di deja-vu per Edgardo Arosio è molto forte. Non è più il sindaco da qualche tempo, ma nel 1999, durante il suo primo mandato, fu lui in mezzo al passaggio dalla proprietà Polti a quella Corrado: «Rispetto a 20 anni fa è cambiato il mondo, però è vero, le analogie sono tante e purtroppo ci troviamo ancora di fronte a una si- tuazione non facile e che ci tiene in ansia». Ai tempi era la diversificazione degli investimenti, oggi è tutto un po' più complesso: «Polti stava puntando forte sul ciclismo, adesso invece è tutto completamente diverso. Abbiamo di fronte una proprietà straniera che non riesce più ad andare avanti per motivi indipendenti a Cantù. Poi il quadro imprenditoriale è cambiato radicalmente anche qui dopo la crisi del 2008. La cosa certa è che qui il basket è religione, abbiamo un settore giovanile che col PGC sta fa