Artis, cuore,, gambe e ispirazione Il play «Le mie qualità migliori escono quando mi sento dentro il flusso della partita» HA INIZIATO A GIOCARE ASOLI 4 ANNI, HA UNA BIMBA DI QUATTRO MESI, ROSE, AMA LA PASTA E I FILM HORROR «NESSUNO SCOUT PER ME? IL MIO OBIETTIVO E' PESARO» ¦ Pesaro L'impressione è che Dominic Artis sia uscito dal cono d'ombra: qualcosa è cambiato? «Diciamo che prima ero focalizzato sulla partita. Adesso sono focalizzato sul lavoro di ogni giorno: questo ha cambiato la mia ottica di allenamento. Poi nelle prime partite è normale che un playmaker studi i suoi compagni per cercare di servirli al meglio: ora che ci conosciamo meglio, grazie agli allenamenti appunto, le cose cominciano a funzionare». Il livello in Polonia e Bosnia era molto diverso? «In realtà l'Adriatic League è un'ottima lega, ma qui il livello dell'atletismo unito a quello della velocità è superiore. Il campionato italiano è un gradino sopra anche perché ci sono molte più squadre competitive». Artis non ha scout Nba o di altre squadre importanti sugli spaltiad osservarlo: qual e il suo obiettivo? «Il mio obiettivo è Pesaro, essere il meglio che posso ogni giorno per la mia squadra». Stranieri in campo, italiani in panchina: si nota molto la differenza? «L'unico modo per annullarla è il lavoro in palestra. E il nostro coach ci sta dando dentro, ci alleniamo forte per spostare più in là la linea dei nostri possibili miglioramenti. Sono bravi, comunque, ho stima di questi ragazzi». Le tue qualità migliori? «Le tiro fuori quando mi sento particolarmente dentro il flusso della partita e la sento. Ecco, in quei momenti sono dentro il gioco al massimo». Ti aiuta giocare con Monaldi al fianco? «Sì, giochiamo parecchio insieme e mi piace, perché abbiamo anche un'angolazione diversa per condurre la transizione. Ma Diego diventa prezioso soprattutto per battere il pressing, così siamo in due a spartirci la conduzione del gioco, io posso giocare anche da guardia. E la pressione avversaria diminuisce». Conquisti oltre 5 rimbalzi di media: come fai, visto che sei il più piccolo? «Fa parte di quel flusso di cui parlavo prima. Quando sono ispirato mi capita di sapere dove cadrà la palla, quale direzione prenderà dopo un tiro sbagliato, come se riuscissi ad anticipare ciò che accade. Poi, certo, c'è la voglia di andarselo a prendere. Sono orgoglio- so di questo, soprattutto se aiuta a vincere le partite». Quanta fiducia vi ha dato questa netta vittoria? «Tanta, ma succede ogni volta che vinci. Se staremo uniti possiamo provare a cogliere la prima vittoria fuori casa». Chi è Dominic fuori dal campo? «Ho una fidanzata che mi ha dato una bimba: Rose ha quattro mesi ed è fantastico quando torno a casa trovarle lì che mi aspettano». Che fai nel tempo libero? Ti piace cucinare «Mi piacciono molto i film horror e adoro leggere a mia figlia. Amiamo mangiare fuori, sono un grande fan della pasta». Nessuno in famiglia giocava a basket? «Mio zio e mio fratello maggiore all'high-school. Io ho cominciato a giocare a 4 anni, lo facevo già seriamente in un club della California, da dove provengo: ci credevo molto, sin da piccolo». I tifosi di Pesaro come li trovi? «Sono grandi: tutti per st