«n derby? Preferisco sopravvìva Cantù» Basket Parla Antonello Riva, doppio ex: «Più che vincere, ai brianzoli auguro di poter risolvere tutti i problemi La sfida delle sfide è quella di Grenoble. Ma ce ne sono altre da ricordare, tipo la semifinale di due anni prima» LUCA PINOTTI CANTÙ «Più che vincere il derby, a Cantù auguro di poter risolvere tutti i suoi problemi: è questa la partita più importante». Antonello Riva sgancia labom-ba, per farla atterrare a centrocampo a Desio, nella settimana che porta alla partitissima della nona giornata tra Cantù e Milano. «È cambiato tutto» Una partita che per i tifosi è sempre in cima alle priorità, com'è normale che sia, ma che chi ha vissuto gli anni d'oro forse non riesce più a riconoscere. E lui, il "Bomber", è il più famoso dei "doppi ex": «Faccio davvero fatica a immedesimarmi in que-stobasket, in unasquadra particolare e in questo modo di giocare. Nella "mia" Cantù, poi, è cambiato tutto, almeno fino a pochi anni fa c'era almeno uno staff di persone con cui avevo lavorato, ora si è tutto disperso. Detto questo, è ovvio che il mio cuore sia dalla parte di Cantù, ma più di tutto vorrei che la società riuscisse a proseguire la sua avventura nel posto in cui merita, la serie A, con tutte le credenziali in ordine». Reduce dalla serata di lunedì sera con tanti ex della sfida in ricordo di Bob Lienhard, sono affiorati tanti aneddoti e ricordi. In primo piano, le sfide contro Meneghin, D'Antoni e Peterson che urlava di tutto in panchina quando Cantù andava in lunet- ta. Ma quanti derby ha giocato Riva? «Ho perso il conto, non saprei dirlo. Ma tutti hanno avuto un'importanza specifica e ancora oggi, se ci penso, affiorano ricordi e sensazioni diverse». Il derby dei derby? «Facile, quello di Grenoble. Ma ce sono altri da ricordare, come quello di due anni prima in semifinale scudetto, quando poi vincemmo il tricolore. Oppure quello della stagione 1985/86, che vincemmo di due punti grazie a una mia schiacciata in contropiede: in questi giorni sta circolando sui social... Cattini l'altra sera ne ha ricordato uno in cui vincemmo dopo cinque sconfitte consecutive a inizio campionato. Come vedete, derby "normali" non esistono». E questo come sarà? «Bisogna essere realisti: se guardiamo i roster, non c'è sfida. Questo vale I «Nella stagione 1985/86 vincemmo di due con mia schiacciata in contropiede» ¦ «Però bisogna essere realisti Se guardiamo i roster non ce sfida, ma...» perCantù, ma vale anche perle altre squadre di serie A i budget non sono nemmeno paragonabili con quello di Milano. Ma attenzione: situazioni come quelle che sta passando Cantù portano o a uno sfaldamento totale, oppure alla cementificazione del gruppo. In ogni caso, i giocatori di Cantù hanno solo interesse a mettersi in mostra e questaè una grande occasione». «Cantù deve ritrovarsi» Sarà quindi importante anche l'aspetto mentale, oltre a quello ambientale: «Cantù deve ritrovarsi dopo lo scossone societario e habisogno di punti. Sull'apporto dei tifosi non ci sono dubbi: il derby è il derby per entrambe, ma Cantù vive tutto diversamente, con maggiore partecipazione rispetto alla metropoli». E chissà che questo non si il derby della rinascita di Cantù: «Me lo auguro, ma più di tutto vorrei vedere Cantù ancora protagonista del basket italiano: ha ricevuto attestati di stima da tutta Italia, non può sparire dai radar». Riva, che da alcuni anni si occupa di benessere, si è staccato - non senza delusione - dal mondo del basket: «Mancano professionisti, nelle società purtroppo spesso ci sono persone improvvisate in ruoli importanti e i budget diminuiscono a vista d'occhio. In più, da dirigente, io non staccavo mai e mi facevo coinvolgere troppo, anche emotivamente: meglio t