Il manager laniero incontra la società, ma è allettato dalle voci brianzole Rilanciare Biella o ripartire da Cantù? Atripaldi deve decidere il suo futuro RETROSCENA Marco Atripaldi Marco Atripaldi è un uomo in gabbia. Ostaggio del grande amore di una vita intera (la Pallacanestro Biella) e al contempo attratto da sirene improvvise in arrivo dalla serie A (lo cerca Cantù). La vita è così. Imprevedibile. Fino a qualche settimana fa era calma piatta, con il manager disposto a metter- si pancia a terra per provare a rimettere in pista le sorti del basket laniero da umile consulente esterno. Ma all'improvviso qualcosa è cambiato: una telefonata, in arrivo da Cantù, che lo vuole (subito) direttore sportivo a dirigere l'entourage brianzolo. Il rebus non è di semplice soluzione. Per via dei contesti paralleli e delle tempistiche: Cantù studiava il ritorno dello storico dirigente Bruno Ar-rigoni, che a 73 anni ha glissato, poi un rumors ha accostato ai brianzoli l'altro manager laniero Gianluca Berti, ma alla fine l'alternativa si chiama Atripaldi. Scenari Il tutto accade quasi in concomitanza con il summit tenuto ieri in serata: quando Atripaldi era atteso, per un confronto, nella stanza dei bottoni con i soci di Pallacanestro Biella. Un incontro nel quale Atripaldi avrebbe portato la bozza di un piano di rilancio, da provare a sviluppare con il coinvolgimento del territorio, con però una lunga serie di punti interrogativi tutti da chiarire. In primis legati al fatto se sussiste ancora all'interno del club laniero unanimità di pensiero e il desiderio di rilanciare con un po' di ambizioni il progetto, consapevoli che occorrono volti nuovi e un drastico cambio di equilibri. In un ambiente biellese in fermento, Atripaldi vede in Cantù un'opportunità allettante: i brianzoli viaggiano in acque mosse quanto quelle di Biella, si sta allestendo una cordata guidata da Andrea Mauri, ma si tratta pur sempre di serie A e di una tra le piazze storiche del basket italiano. Un bel dilemma: provare a salvare Biella, se gli sarà consentito, o cercare nuova vita nella casa degli avversari numeri uno dei vecchi tempi di Cantù. Per Atripaldi la nottata appena