LE STATISTICHE La rivelazione del torneo con il triestino Ruzzier in casa non è imbattibile Raffaele Baldini TRIESTE. Si torna sul parquet domenica, l'Alma da viaggio punta il PalaRadi di Cremona per una sfida di alto livello contro la Vanoli del coach azzurro Meo Sacchetti e del triestino Michele Ruzzier. La compagine lombarda è la rivelazione del campionato, quarto posto in classifica con un bilancio 5-3; paradossalmente le mura amiche non sembrano invalicabili, 2 vinte e 2 perse, segno inequivocabile che il pubblico (molto sportivo) mette una pressione relativa alle avversarie. Quando corre, la compagine lombarda non ha rivali: sopra gli 80 punti il record è 5-0, coerente fotografia numerica del "run and gun" di Sacchetti. Roster strutturati in modo diverso: la Vanoli punta al sistema accademico dei 7/8 giocatori da ruotare (ora leggermente allargato con l'arrivo di Marco Portannese), mentre l'Alma vive di produzione distribuita su tutti i 10 a referto. Dal punto di vista statistico, quello che balza all'occhio è la differente percentuale al tiro da tre punti: Cremona tira con il 31.6% (79/250), curiosamente abbassandola sul proprio campo a 28.5%. Trieste tira con un importante 38.2% (84/220), calato fisiologicamente nelle tre gare giocate in trasferta al 31.5%. La differenza d'ispirazione balistica che può preoccupare la squadra allenata da coach Dalmasson è la percentuale al tiro da due: 52.1% globale, crollata a 42% nella versione "da viaggio". Cremona invece sembra mantenere una coerenza in questa voce statistica, 52.7% totale leggermente migliorata al PalaRadi portandola a 53.2%. Trasformazione totale invece nelle percentuali a gioco fermo, variabile non trascurabile in funzione di un possibile mat- ch equilibrato; in casa la squadra di Sacchetti tira con un rimarchevole 82.8% (praticamente una sentenza), mentre Cavaliero e soci si attestano ad un "sindacale" 76.5%. La Vanoli va molto meglio a rimbalzo (325 totali) rispetto all'Alma (282), ma palesa meno gioco corale sintetizzato alla voce "assist": 116 contro i 136 di Trieste. La sensazione è che i numeri abbiano un senso relativo per le due contendenti, essendo realtà che esprimono pallacanestro istintiva, fatta di letture, per cui difficilmente scou-tizzabili. È certo che se la formazione triestina giocherà al gatto con il topo rischia un'imbarcata tipo Pesaro; così come è certo che se Trieste riuscirà ad essere intensa per quaranta minuti con tutti i