Commento NICOLANENCI La grinta del Como a due facce E quella di Cantù La settimana del Como si era aperta con la solita tiritera della cessione a un gruppo straniero (indonesiano, cinese, arabo: ora c'è tutto per inventarsi una barzelletta). Epperò con una novità: nelle parole di Nicastro c'era una cosa prima mai sentita: «Cedere è necessario». Che l'uomo di Miami pensasse (e non è l'unico) di dover dare una accelerata alle ambizioni della squadra cittadina coinvolgendo investitori stranieri eranota, e haprocurato anche interessanti contatti. Messa così però, è la fotografia di un progetto attualeormainonpiùsostenibile.EFotti-ca cambia. Fosse vero, il Como passerebbe da società che cerca opportunità a oggetto con una data di scadenza sul barattolo. Chissà cosa avrà pensato Felleca a leggere quelle parole. I tifosi, invece, pensano soprattutto al campo, e ieri è arri-vatalabellanotizia della distanzaridottadal Mantova. Il duello continua. Anche ieri il Como ha affrontato più unabatta-gliache una partita. Di questo abbiamo parlato e ascoltato in settimana. Con la statistica delle 25 espulsioni dalla panchinain due anni, coniriferi- menti ai gio catari pitbull di Corda. E ieri di nuovo litigi, risse, espulsioni. Il marchio di fabbrica è evidente. Banchini lo ripete come un mantra, «voglio aggressività e cattiveria», sicuramente spalleggiato dal gran capo. Finché funziona... Occhio a non esagerare però, perché è un attimo fare il passo sbagliato e finire nei guai. Comunque, il Como è a -2 e ci aspettiamo una volata verso il titolo di inverno e la sosta nataliziariccadi emozioni, a cadenzarawicinata: orasi giocasubito, mercoledì. Aproposito di grinta, ci piace sottolineare quel-ladi Cantù. Non della squadra (tral'altro precipitata nelle posizioni basse della classifica e con un calendario duro nei prossimi turni), ma della piazza, del territorio, della tifoseria. La vogliadi ricacciare indietro il pessimismo è stata grande, e ha partorito iniziative importanti, come quello del nuovo sponsor arrivato ad aiutare. Il palazzetto pienodiieri sera, in un derby già segnato in partenza, è il segnale di una piazza che non vuole assolutamente arrendersi a un destino problemat