Blakes e La Torre stanno con Pashutìn «Lottiamo uniti» Basket II coach di Cantù ha chiesto di giocare di squadra «Dobbiamo impegnarci», risponde lostraniero L'ex milanese:«Cerchiamodi limitare le individualità» ALESSANDRO CAMAGNI CANTÙ Un "giorno dopo" del derby che per Cantù ha un sapore agrodolce. Se tra nuove sponsorizzazioni e pubblico presente e coinvolto, infatti, si mette un minimo la testa fuori da un periodo nero a livello societario, dal punto di vista del gioco si è arrivati a cinque sconfitte consecutive con il penultimo posto in classifica, una situazione che inizia ad essere un pochino preoccupante, dopo un ottimo avvio della formazione bianco-blu, che ha permesso di mettere un po' di fieno in cascina. Il tecnico Evegeny Pashutin ha chiesto più testa, più difesa e soprattutto meno individualismi, Cantù se l'è giocata finché è stata una squadra. Monito forte quello del coach russo, che trova d'accordo anche i giocatori: «C'è poco da dire - commenta Gerry Blakes - il coach ha ragione su tutto, dobbiamo impegnarci a giocare tutti insieme e continuare a combattere tutti uniti». Un'involuzione di gioco e risultati che è coincisa con i problemi a livello societario, che sicuramente hanno inciso so- prattutto sulla condizione mentale dei giocatori. «I tifosi fantastici» Blakes si sofferma anche su questo, non cercando però troppe scuse ed esaltando invece l'ambiente canturino: «La Pallacanestro Cantù è un club con un sacco di storia e i suoi tifosi sono fantastici. Conta questo. Sapendo la forza della comunità di Cantù e l'importanza di questa società, diciamo che superare le scorse settimane è stato un po' più semplice». Insomma, la vicinanza del pubblico potrà essere fondamentale per un gruppo nuovo, giovane, macontanta voglia di fare. Per il resto però, come ha chiesto Pashutin, serve un cambio di mentalità: «Il coach ha ragione. Quando capiremo questa filosofia, allora ci rimetteremo in pista, ne sono convinto», conclude Blakes. Non è stata una partita normale anche per Andrea La Torre, ex di turno e ieri in campo per 8 minuti: «Per me giocare contro Milano è stato emozionante, ero pieno di energia e sono contento di aver avuto l'opportunità di lottare in campo per diversi minuti». Insomma, una grande oppor- tunità quella che sta vivendo il nativo di Viterbo in Brianza, nonostante la partita non abbia detto bene alla squadra: «Abbiamo tenuto testa a Milano, ma non per tutta la partita, alla fine abbiamo un po' mollato e li abbiamo visti scappare via». Anche La Torre è d'accordo con il coach per quanto riguarda l'atteggiamento di gara: «Secondo me dobbiamo cercare di limitare le individualità il più possibile, iniziando a conoscerci meglio sul campo, partendo dagli allenamenti. Io credo che siamo una squadra talentuosa, dobbiamo solo imparare a giocare più assieme ed avere più fiducia gli uni negli altri». «Avevamo bisogno di ossigeno» Insomma emozioni alterne, arricchite da un arrivo in un periodo per nulla facile a livello societario: «Sono state settimane difficili perché dall'esterno, a parte il cattivo umore generale, arrivavano anche tante voci. Io personalmente, da nuovo arrivato, ho cercato di ascoltare meno possibile tutte queste voci. Ho pensato soltanto a concentrarmi sugli obiettivi della squadra, partendo dagli allenamenti. Sì, mi trovo benissimo a Cantù e sono felice che questo nuovo sponsor ci abbia dato un po' di "ossigeno" perché ne avevamo veramente bisogno». Andrea La Torre in entrata contro Christian Burns: l'ex ha giocato 8 minuti contro milano foto butti I «E quando capiremo questa