L'OPINIONE Caja candidato ideale a ministro della difesa di GIANCARLO PIGIONATTI Sorprendente ma non troppo dopo quel che accadde nella scorsa stagione ma e 'è chi vi casca ancora. Varese, imponendo la sua normalità come straordinarietà e facendo quadrato su se stessa come le è abituale, ha guastato la festa che Venezia aveva preparato con il Reyer Day tra la sua gente uscita dal Taliercio stordita, ancorché incapace di darsi una ragione dopo un inizio veemente degli uomini di De Raffaele i quali, pronti via, avevano dato l'impressione di sbarazzarsi energicamente dei nostri. Se quello di allora non fu un colpo di mano visto il seguito attraverso un impressionante e costante crescendo, a maggior ragione non è questo successo, costruito due volte, trovandosi Varese sotto subito e di brutto. Come una goccia sulla roccia, è emersa poi gradualmente l'applicazione paziente e operosa di Tambone e compagni i quali, si sa, credendo nelle capacità dell'uno in funzione dell'altro, si inventano e completano a vicenda per il bene del collettivo. Dunque, una ragione della sconfitta veneziana c'è eccome di fronte a un 'Openjobmetis che trae convinzione innanzitutto in difesa laddove i talenti o presunti tali di altre formazioni sembrano mal sopportare I lavori sporchi o, peggio, quei sacrifici senza gloria visibile mentre gli uomini di Caja (foto Ciamillo) provano, addirittura, piacere nello sbattersi a protezione del proprio tabellone frugando se serve nella spazzatura per recuperare ogni cosa da far diventare buona: ecco il se- greto (si fa per dire) del loro fantastico rendimento a dispetto del rapporto qualità-prezzo, loro accordato individualmente. Tutto ciò, e puntualmente, è accaduto domenica sera nonostante quella sbandata in partenza, accusata sugli esterni per aver chiuso a doppia mandata l'area lasciando briciole ai centri VidmareBiligha, surclassati poi, in punti e rimbalzi, dal solito Cain e da un emergente lannuzzi. Un piano perfettamente riuscito alla distanza pur con qualche rischio peraltro calcolato. C'è chi è più forte del punto di rottura come Varese e c'è invece chi si spacca come è accaduto a Venezia di fronte ad avversari non più come "bambolotti" da trastullare ma come iene pronte ad approfittare di ogni loro sopravvenuto smarrimento. Poco importa se Archie ha prodotto poco o nulla in attacco, all'Openjobmetis sono bastati i canestri fatti, a saldo positivo rispetto a quelli subiti, soprattutto attraverso le soluzioni di Moore (play coinvolgente e risolutore), di Avramovic e Scrubb o di un qualsiasi finalizzatore (come Tambone), secondo occorrenza. Si diceva della difesa come "madre naturale" di ogni successo di Varese, basta chiedere informazioni agli "attaccanti" veneziani che hanno chiuso a 61 punti rispetto agli 87 a gara di media sin li: un dato questo che la dice lunga sulla loro perturbabilità di fronte a un 'aggressività tanto molesta quanto soverchiante apparendo come "uovo fuori del cesto" quel 4/4 iniziale di Stone dalla lunga distanza. Caja, ideale candidato a "ministro della difesa", non disdegna, ovviamente, un elemento in più come il neo arrivo Sa-lumu capace di far lievitare il rendimento offensivo, tale da gratificare il lavoro compiuto là dietro, già certo di poter trarre virtù da ogni necessità a differenza di quegli allenatori che campano sulle performances dei loro singoli più dotati, se liberi di imperversare. Varese sta ora lassù, un gradino sotto Ve