Gaffney non gira e scatta F allarme
La sconfitta con Reggio Emilia evidenzia alcuni problemi
di Antonio RODI
BRINDISI - «Ci siamo impantanati non giocando la partita con la giusta determinazione e attenzione».
Il pensiero di coach Frank Vitucci negli spogliatoi del Pa-laPentassuglia inquadra come non mai la gara disputata dalla sua squadra. Assolutamente opaca, in certi frangenti anche priva di nerbo, in un contesto nel quale c'era bisogno di ben altra prestazione. E' stata una Happy Casa fragile, preda delle sue incertezze quella che ha dovuto lasciare strada ad una Grissin Bon Reggio Emilia scesa in Puglia con non pochi problemi (solo tre stranieri a referto e roster decimato) ma capace di gettare il cuore oltre l'ostacolo, capace di risorgere dalle sue ceneri e scacciare i fantasmi della crisi.
Ecco, Reggio ha avuto la forza di rialzare la testa sull'orlo del baratro dopo tre sconfitte consecutive, giocando una partita di grande saggezza ed imponendo il suo ritmo lento. Quella saggezza, ma soprattutto quella determinazione, che è mancata a Brindisi sin dalla palla a due. Perché, scorrendo i fotogrammi della contesa, è parso chiaro sin da subito quale sarebbe stato il motivo del
match.
Polveri bagnate - I biancaz-zurri hanno chiuso la sfida con un desolante 28/73 complessivo al tiro (di cui 7/30 da 3). Di fatto ha sparato a salve per tutti i 40 minuti, senza capirci più di tanto contro la zona avversaria. Perché proprio contro questo accorgimento tattivo, Banks e compagni sono andati a sbattere la testa. Una match up che partiva da una base 1-3-1 con Llompart di punta e Cervi a difendere l'area colorata. Una difesa che ha completamente mandato nel pallone l'attacco brindisino e sin da subito andato in tilt. Reggio Emilia ha avuto il grande merito di crederci, dimostrandosi pronta al sacrificio e alla dedizione in ogni dove delle lastre di legno, mettendo in evidenza una grande voglia di lottare ma soprattutto tanta, tantissima solidità. Prerogative che, al contrario, Brindisi non ha mai avuto, fallendo clamorosamente l'appuntamento con la vittoria. Dietro la lavagna Dati i giusti meriti ad un avversario che avuto il grande pregio di non mollare mai la presa e di sfruttare al meglio i tanti passaggi a vuoto altrui (un esempio? dal 62-56 del 35' al 67-75 del 40'), ci sono i grandi demeriti di Brindisi. Che sono lì, sotto
gli occhi di tutti e fanno bella mostra. Sul banco degli imputati ci va ovviamente la squadra nel suo complesso, ma più di tutti Tony Gaffney diventato oramai una sorta di oggetto misterioso. Contro la Grissin Bon ha preso appena tre tiri e catturato la miseria di due soli rimbalzi, con un eloquente -10 di
plus/minus. Davvero troppo poco per un giocatore della sua esperienza e delle sue capacità tecniche. Al di la dei numeri fin qui certificati (4 punti di media, 4,8 rimbalzi, 2,8 assist, 7,3 di valutazione e -2,2 di plus/minus), l'ala/centro statunitense da l'impressione di essere quasi preda delle sue paure e delle sue incertezze. Un rebus che la Happy Casa non può portarsi ancora dietro per troppo tempo ed al quale, gioco forza, bisogna dare una soluzione.
Frenata brusca - Il ko con Reggio Emilia rappresenta un'occasione gettata al vento, un'opportunità persa, soprattutto alla luce dei risultati di giornata. «Abbiamo rovinato un po' il nostro cammino. Adesso ci dobbiamo rimettere a lavorare a testa bassa ritornando mentalmente ai nostri obiettivi primari visti anche i risultati delle altre squadre», ha chiosato Frank Vitucci nella sala stampa del PalaElio. E non potrebbe essere altrimenti.
Basket Poca precisione nel tiro e tanti numeri che coach Vitucci e i biancazzurri sono chiamati ad analizzare Nella foto