L'OPINIONE Una sfida prestigiosa per tornare in auge di GIANCARLO PIGIONATTI Attilio Caja (foto Camillo) // bel giocattolo s'è rotto o, più semplicemente, s'è inceppato in un urto sorprendentemente superiore alla sua collaudata resistenza? Riprendiamo l'interrogativo del dopo Pistoia ( Gronin-gen a parte), convenendo, sino a prova contraria, con la seconda ipotesi che presuppone l'immediato funzionamento di questo o quel "pezzo " sottoposto a un lungo e vigoroso uso, pertanto da ricaricare in grande serenità. Prima o poi la spia del tagliando si sarebbe accesa, non potendo pretendere sempre e in ogni caso una perfetta efficienza persino oltre il proprio "tranquillo" potenziale. Ben sappiamo di un'Openjobmetis capace di imporsi ad avversari teoricamente più competitivi in virtù di quella straordinaria "normalità agonistica" che le è valsa un'identità vincente, scalfita - vien da dire - proprio sul più bello dell'"Ultima della pista», nella circostanza scatenata alla ricerca di punti salvezza. In ultima analisi, coach Ramagli è riuscito a trasmettere ai suoi uomini il "modello Caja", noto- riamente congeniale aa Avramovic e soci nella composizione di un collettivo fenomenale. Ebbene, i toscani hanno compiuto un'impresa in versione "tutti per uno e Dominique Johnson per tutti" perché senza l'ex giocatore varesino non avrebbero mai superato l'OJM. Per tornare al tema iniziale sarà il campo, dibattiti a parte, a dare una risposta inequivocabile attraverso una serie di sfide interessanti per un 'Open-jobmetis impegnata oggi a Masnago contro Bologna (motivatissima dalla possibile qualificazione alle finali di Coppa Italia), quindi a Brescia, poi in casa contro Sassari e, a conclusione di un ciclo abbastanza severo, sui campi caldi di Trento e Trieste. Nel frattempo, per cominciare a tagliar corto, non si conceda alcuna possibilità di gloria alle Vu Nere, sinora abbastanza deludenti rispetto alle loro ambizioni, testimoniate da un organico profondo e di valore in tutta la sua evidenza se ci mettiamo a "spulciarlo" nome per nome, referenza per referenza in ogni reparto, a cominciare dalla regia di Taylor per continuare con gli esterni tra i quali eccellono il tiratore Punter e il potente Aradori, ancorché accentratoro di iniziative talvolta forzate, e chiudere con i lunghi tra i quali spiccano vere guglie. Bologna va a strappi, sicuramente non difenderà compatta e alla morte come Pistoia, avendo elementi di maggior vocazione offensiva: in queste sue pieghe gli uomini di Caja, senza tarli della mente, potranno trovare l'ascia giusta per abbattere le linee avversarie e nobilitare, r