LA SCONFITTA contro Sassari si può analizzare in due modi. Guardando il bicchiere mezzo pieno si può dire che la squadra ha giocato una buona partita, con grande intensità, lottando su ogni pallone fino alla fine, perdendola per alcuni episodi girati male. Se invece si guarda il bicchiere mezzo vuoto, si può solo annotare l'ennesima sconfitta, la diciassettesima su ventidue partite giocate, una squadra a cui manca sempre qualcosa per vincere e una bella occasione persa per fare un passo in avanti verso la salvezza. Due analisi che stanno in piedi, ma in questo momento guardare il bicchiere mezzo vuoto non porta a nulla. E' ve- Stop alle critiche Adesso serve guardare il bicchiere mezzo pieno ro che chi visse sperando non fece una gran fine, ma è altrettanto vero che è l'unica cosa a cui Pistoia si può aggrappare. Sì, c'è da sperare che domenica contro Reggio Emilia i biancorossi giochino la partita della vita, che chi è chiamato a fare la differenza faccia il suo dovere, che possa saltare fuori l'eroe di giornata, che la squadra stia concentrata per tutto il match, e che alla fine i due punti rimangano al PalaCarrara. LA RABBIA, la delusione, il rammarico è normale che ci siano, ci mancherebbe, e sono giustificabili, ma la salvezza è e deve essere la cosa più importante che deve far dimenticare, o almeno mettere in secondo piano, qualsiasi altro sentimento. In questo momento conta solo arrivare a fine stagione con in tasca la sicurezza di giocare anche il prossimo anno nella massima serie, poi a fine campionato si tireranno le somme. E' difficile, va detto, ma il popolo biancoros-so è chiamato alla sua sfida più importante, quella di dimostrare che ciò che conta è la maglia, è Pistoia. I giocatori, gli allenatori e pure i dirigenti passano, Pistoia rimane così come i tifosi ed è questo ciò deve essere chiaro da qui alla