AILOVDISCHEIM La bella eredità morale di Bucci E quella tecnica di Sacripanti n attesa del gran pienone al Paladesio contro Trieste, che ogni domenica dimostra di meritare la zonaplayoff, vediamo sei nostri, con le loro strane caratteristiche, riusciranno a fare quello che ha fatto l'Umana contro la capolista Milano. Non so se i tifosi, alla fine dellapartita aPesaro, hanno fatto il terzo tempo, mangiando il brodetto come una volta; qualche decennio faquelli diPesaro, in occasione della trasferta a Cantù, pensavano di andare al-FOktober Fest e rientrando con upullmandormivanodellagros-sa dopo le robuste bevute. Non era un sodalizio, ma era un fatto simpatico, perché ogni giorno che passa c'è sempre più diseducazione e comportamenti che richiamano lapresenza della polizia. Il basket ha salutato un suo grande, Alberto Bucci. Alberto ha sempre lottato con grande coraggio e ha collaborato con convinzione, prima che la malattia prendesse il sopravvento, al lavoro di San Patrignano, impe-gnandosimolto. Droga, alcol, disadattamento dovevano essere combattuti e lui hafatto molto in questo campo. Erastato avvicinato annifada un ragazzo diRovigo con di sabilità che gli aveva chiesto come stavalottando lui per la malattia ed Alberto per diverso tempo, tre volte alla settimana, si è recato aRovigo per supportare quel ragazzo. Il mondo dello sport lo conosceva anche per l'amicizia fra-ternache avevacon Carlo Ance- lotti, Hanno condiviso gioie e sofferenze e Alberto l'ha seguito anche nelle sedi straniere dove Ancelotti ha allenato. Quando mesifa, Alberto Bucciharicevu-to aRomaalConil'onorificenza dell'Hall of fame italiana del basket, dovevaesserci anche Ancelotti che aveva preso l'impegno di consegnare il trofeo. Non ha potuto esserci per impegni contr attuali manon è mancato a Rimini al funerale. Albertone era un amante appassionato della pallacanestro e oltre alle capacità tecniche aveva un suo modo di approcciarsi coniragazzichedimostravauna sensibilità e una empatiaparti-colari. Ho parlato spesso con Ettore Messinadi questo atteggiamento. Messinaha collaborato siaconBucci siacon Gambae si stupivadicome Buccinonfaces-se una veraprogrammazione degli allenamenti Noneraimprov-visazione: Bucci preparaval'al-lenamento solo dopo aver colto in spogliatoio il climadellagior-nata. Pur stupendosi, i colleghi di Bucci erano ammirati per il suo sesto senso. Inquesto momento di saluto aBucci, abbiamo vissuto l'esonero delnostro Pino Sacripanti. Intendiamoci, ci stadatalapreva-lenza degli aspetti finanziari nel basket, e non solo nelle serie maggiori. A mio giudizio, però, c'è unaconsiderazione di fondo sbagliata. Quando Zanetti (Sega-fredo) dice «ho il terzo budget della serie A quindi non posso accettare di essere ai margini della zonaplayoff», dimostra di noncoglierelacomplessitàdel- Pawentura sportiva, una com-plessitàche è fatta di sponsorizzazioni, ma anchedi valori tecnici e umani che guidano le squadre. Oltre tutto, esprime una scarsaconsiderazione degli avversari e degli imprevisti, che nello sport, ma anche nella programmazione aziendale, sono dietro l'angolo. «Stia tranquillo, è tutto a posto» hadetto Zanetti a Sacripanti quando a Bologna, da tempo, anche i piccioni svolazzando, si comunicavano l'arrivo di Dj or-gevic. Pino signorilmente ha onorato il suo impegno e i successi di Coppa sono frutto soprattutto del suo lavoro. In occasione della presentazione del libro di Flavio Vanetti, ho avuto l'occasione di conoscere lacom-pagnadibanco di Pino alle superiori, l'organizzatrice dell'incontro e proprietaria della libreria Libooks di via Dante. Pino, cantorino doc, haavuto una carriera interessante sia nelle esperienze di club, siacon ivivaLLavittoriapiùgenuinae che lui ricorda con maggiore emozione è il titolo giovanile con la formazione di Christian Di Giuiomaria, Fabio Borghi, Massimiliano Gioia, Lorenzo Ceper. Anche per Sacripanti, i giovani validi ci sono ed è giusto che abbiano minuti in campo. Spero che questo si ritrovi anche nella nuova versione della Pallacanestro Cantù Diamo fiducia ai gi