CARLO RECALCATI II coach che regalò il ls scudetto alla Mens Sana e la nuova esclusione dal campionato di A2: "La città vive di basket" "Siena è una ferita Fa male vederla così ma saprà rinascere" La festa di Siena campione d'Italia 2010/11. La prima esclusione era arrivata nel 2014 MIRCO MELLONI Dall'egemonia degli otto scudetti (due revocati) in dieci stagioni alla doppia esclusione nel giro del successivo lustro, la Siena del basket ha conosciuto ogni emozione, dalla più esaltante alla più deprimente. Il ricorso contro l'estromissione dalla A2 Girone Ovest - causata da «alterazione della uguaglianza competitiva» vista la presenza degli Juniores in campo - verrà discusso domani di fronte alla Corte d'Appello, ma le speranze appaiono esigue. Il punto di non ritorno per la Mens Sana 1871 è stato raggiunto con la diaspora di gran parte dei senior per mancati pagamenti e la rinuncia alla trasferta di Legnano. «A livello emotivo, il fatto che sia la seconda esclusione in pochi anni ha un significato relativo: a delusioni del genere non si fa il callo, e lo dico pensando ai tifosi e ai dipendenti del club», spiega Carlo Recalcati, che guidò la Mens Sana al primo tricolore, nel 2004, prima della sequenza vincente di Simone Pianigiani e Luca Banchi. Dall'impero allo zero, la pa- rabola di Siena ricorda quella del Parma Calcio. «Non conosco abbastanza la storia del Parma, ma definire Siena una meteora che ha bruciato tutto in un decennio sarebbe fuorviante. La storia della Mens Sana è molto più lunga e i successi targati Mon-tepaschi erano arrivati perché c'era chi aveva seminato, in precedenza». Lei vinse nel 2004, inizio di un lungo predominio in Italia prima del crac-Mon-tepaschi. «Lio avuto la fortuna di conquistare, da giocatore, il primo scudetto di Cantù e poi, da tecnico, il primo di Fortitudo Bologna e Siena. E la gioia di chi, attorno a te, taglia un traguardo per la prima volta non la dimentichi: per quel trionfo del 2004 l'intera città era virtualmente al palasport (si parlò di 9.000 presenti in un impianto da 7.000, nda), per questo vivo l'esclusione di Siena come un dispiacere». Si sarebbe aspettato un destino del genere, con alti e bassi vertiginosi? «Gli alti erano attesi: il club è sempre stato incredibilmente organizzato e professionale, e in città si era guadagnato un seguito degno del Palio. Parlare soltanto del potenziale economico garantito dal Montepaschi sarebbe superficiale: quando arrivai, il club rinunciò ai contratti di stelle come Al-phonso Ford e Mirsad Tu-rkcan perché ci eravamo imposti un tetto salariale. La caduta no, non potevo prevederla, quantomeno la prima, nel 2014. In seguito, dopo i problemi della banca, era inevitabile pensare che la ripartenza sarebbe stata dura, ma così come sono tornate Virtus Bologna e Pesaro, o la Fortitudo che è quasi in A, pensavo che anche Siena potesse tornare». Le traversie che hanno colpito tanti club storici rischiano di allontanare gli appassionati. «Quelli più tiepidi. Poi, certo, viene colpito quel romanticismo che resta nello sport. Ma lo sport non muore e il tempo cura certe ferite. Ed è bello vedere certe rinascite: con lo scudetto della stella, a Varese interrompemmo un digiuno di 21 anni: i tifosi delle nuove generazioni erano stanchi di ascoltare i racconti sulla grande Ignis, sognavano di vivere una gioia in prima persona. E accadrà anche a Siena».  CARLO RECALCATI CAMPIONE D'ITALIA CON SIENA NEL 2004 Sì Il club è sempre stato organizzato, gli alti erano attesi ma le cadute no. Quella del 2014 soprattutto 6 Gli scudetti di Siena: il 1° nel 2003/04, poi 7 di fila tra 2006/07 e 2012/13 (ultimi due revocati) 10 Gli altri titoli del club: 3 Coppe Italia, 6 Supercoppe italiane e 1 Coppa Saporta 0 BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Nell'arena della