L'INTERVISTAGIANMARCOPOZZECCO. Da sempre il "nemico amatissimo' «È il derby italiano per eccellenza, non ci sono storie. Più di Bologna» «IO, CANTÙ E VARESE I BRIVIDI PER CHICCO E PERLO STRISCIONE » Gianmarco Pozzecco, il Poz, da sempre il "nemico amatissimo" dei tifosi canturini LUCA PINOTTI Q uel nemico amatissimo è sempre lì che aleggia. Anche se non c'è e non ci sarà, quando arriva il derby si pensa soprattutto a lui. Perché Gianmarco Pozzecco è l'incarnazione vivente di Varese, delle sfide più calde degli ultimi venticinque anni, dei pianti, degli striscioni memorabili. Bersaglio numero 1 dei tifosi canturini, ovviamente. Perché lui ha sempre capito - da tifoso varesino dentro e fuori campo - che cos'è un derby, guadagnandosi però anche il rispetto della curva. Osserverà- dall'esterno. ma fortemente interessato -questa sfida che riguarda da vicino anche la sua Dinamo Sassari. Un'avvertenza: scordarsi le risposte diplomatiche, non fanno per lui. Coach, in due parole cos'è il derby Cantù-Varese? È il derby italiano per eccellenza, non ci sono storie. Più di Virtus-Fortitudo? Sì molto di più. Perché c'è un'animosità, una partecipazione, un coinvolgimento che non ha pari. La parte fortitudina è equiparabile ai tifosi di Cantù e Varese per il calore e l'affetto, la parte virtussina è invece meno scatenata, un po' più raffinata. Le ha sentiteanchedal campoque-ste sensazioni? Chiaramente si ripercuote tutto ai massimi livelli quando ci sono i derby. Orgogliosamente dico di averli fatti entrambi e so di cosa parlo. Cantù-Varese e Pozzecco, quali flash le saltano in mente? Beh, da coach di Varese mi hanno fatto uno scherzetto, sembrava una cosa fatta apposta: torno a Varese dopo anni e alla prima giornata esce Varese-Cantù. Vincemmo ed esultai smodatamente e alla fine chiesi scusa a Sacripanti. Avanti con un altro ricordo... Non era un derby, ma il famoso striscione «Un saluto al nostro peggior nemico» quando giocavo a Capo d'Orlando mi mette ancora ibrividi. Ci penso spesso: Cantù ha capito quanto tenessi a quelle partite, proprio come loro tengono al derby. E alla fine i tifosi, se capiscono che per te è una cosa a cui tieni davvero, ti concedono l'onore delle armi: l'importante è non mancare mai di rispetto. Altro ricordo? Io e Cantù siamo legati a un personaggio speciale, Chicco Ravaglia: era un mio amico e giocava a Cantù quando è morto. Ci tengo a ricordarlo prima di questo derby. Questo è il tifoso Pozzecco. Ma il Pozzecco coach di Sassari, in corsa con Cantù per un posto nei playof f cosa dice? Egoisticamente dico che per fortuna Cantù ha perso a Venezia, pur meritando di vincere. Però sono convinto che prima di guardare in casa di altri, dobbiamo guardare noi stessi. E che ci sono tante, troppe squadre coinvolte in questa volata: è presto per sparare sentenze. Chi vuole sperare di andare ai playoff, tra le squadre sopra e sotto la linea, deve vincere al- meno tre partite da qui alla fine. Che ne pensa di Cantù? È una squadra in palla, ma non avevo dubbi. L'ho vista a Desio contro Brescia, gioca con entusiasmo. Va così, quando una città spinge e i giocatori sono coinvolti: si sono ricompattati e sono pieni di armi affilate. Mi è piaciuta contro Brescia e mi è piaciuta tanto anche a Venezia. A proposito di Brescia. Con tutto il rispetto, non si parli di derby tra Cantù e Brescia, eh! C'è stato anche il rischio che questo Cantù-Varese, così come Varese- Cantùall'andata,nerume nosi giocassero, visto che Cantù è stata a un passo dalla scomparsa... Questo sarebbe stato un vero dramma, per me e per il basket. Nei giorni più difficili, nei mesi scorsi, scrissi in una lettera-articolo per la Gazzetta dello Sport che le grandi classiche non possono mancare, in ogni campionato. Vi immaginate una Nba senza Celtics-Lakers? Senza i Lakers non sarebbero gli stessi Celtics. Senza Cantù non sarebbe la stessa Varese. Il finale della mia lettera? "Viv