BASKET VUELLE LA MAMMA E L'AMICO SCOMPARSO «MIA MADRE SMISE PERCHE' INCINTA DI ME: GIOCO PER RIDARLE I SOLDI. IL44? IN MEMORIA DI UN COMPAGNO DEL LICEO CHE HO PERSO» 'L'energia è contagiosa: io ne ho tanta' Wells «Mark ci ha messo un attimo a convincermi: è troppa la gioia di giocare ancora con lui» Pesaro «L'ENERGIA è contagiosa: e io ne ho tanta da dare alla mia nuova squadra». Così Dezmine Wells si è presentato ieri, con un largo sorriso, strafelice di questa opportunità che a distanza di sette anni gli rimette Lyons al fianco: «Mark non ci ha messo molto a convincermi, per me già il fatto di poter giocare di nuovo con un grande amico come lui era stimolante, mi ha detto solo che la città era splendida, non abbiamo parlato di soldi o altro: avevo già deciso. L'Italia è così bella che volevo tornare». Sabato la presenza del play non è ancora sicura, ma 'Dez' sembra sapere il fatto suo: «Quando ci siamo conosciuti avevo appena 19 anni, ero un ragazzino, oggi sono un professionista e un professionista dev'essere sempre pronto, a qualsiasi situazione e in qualunque emergenza. Ma se sarà in campo allora aiuterà rutti, non solo me, perché è un leaden>. Arriva già allenato e carico, l'ex Avellino: «Con Ock abbiamo avuto una stagione esaltante, arrivando alle semifinali della G-League e soprattutto formando un grande gruppo, come raramente capita in questa lega. Avevo una gran voglia di continuare a giocare, così la proposta di Pesaro è capitata nel momento giusto». La stagio- ne passata alla Sidigas è stata importante per la sua maturazione: «Sì perché era la prima giocata interamente all'estero: coach Sacripanti mi ha dato molte indicazioni su come adattare il mio gioco a quello europeo e penso di aver imparato tanto ad Avellino, di essermi aggiustato ecco». UN RAGAZZO che adora la sua professione e il perché lo spiega con un particolare toccante: «Indosso la maglia n.44 in memoria di un mio compagno dell'high school che morì l'estate prima di andare al college. Una malattia se lo portò via in un mese. Perciò, siccome solo Dio sa quanto ancora mi sarà dato questo privilegio di giocare a basket, mi voglio godere ogni minuto. Ecco perché sorrido sempre». Contrariamente a tanti cestisti, a trasmettergli il dna del basket è stata la mamma: «Mia madre è stata un AH American e dopo il college aveva avuto una proposta dall'Europa ma non potè accettare perché era incinta di me. Sono diventato un giocatore professionista per ridarle i soldi che le ho fatto perdere». Uno così orignale non capita spesso: fuori dal campo ha già spaccato. Ora lo aspettiamo sulparquet. Elisabetta Ferri CARICA Dezmine Wells in conferenza s