BASKET CRESCIUTI NELLA VUELLE Hackett e Cinciarini, leader made in Pesaro Play Daniel in finale di Eurolega, Andrea guida Milano GRINTOSO Daniel Hackett ¦ Pesaro SEMBRA una razza estinta il playmaker puro, che pensa prima alla squadra che a sé stesso, in grado di esercitare la sua leadership anche senza segnare. Invece proprio Pesaro ne ha sfornati due di altissimo livello, quasi coetanei, che in questo momento sono al top: Daniel Hackett, classe '87, gioca oggi la sua prima finale di Eurolega con la maglia del Cska; Andrea Cinciarini, di pochi mesi più grande, capitano delPArmani Milano, riprende in mano le redini dell'Olimpia, con Mike James fermo ai box per un infortunio ancora da decifrare. Daniel, alla settima partecipazione consecutiva nel torneo più prestigioso del vecchio continente, era già arrivato a una Final Four con l'Olympiakos Atene, ma era ko. Un infortunio grave, che aveva messo in dubbio addirittura la sua carriera, dal quale è uscito più forte e consapevole e, dopo la stagione a Bamberg, sta dimostrando a Mosca cosa significa essere il perno di un gruppo. L'altra sera, col Cska sotto di 13 punti, che pareva ormai spacciato, ha riorganizzato la difesa e ringhiato su tutti i giocatori del Real Madrid, esterni o lunghi che fossero. Le sue cifre magari non sono eclatanti ma nei 19' in cui è rimasto in campo si è rivelato il fondamento di una squadra che lottava per non perdere il suo sogno: 3 punti, con 3 su 4 ai liberi, 3 rimbalzi, 2 assist, 1 palla rubata, 2 falli subiti. Soprattutto, ha giocato con umiltà al fianco di De Colo o di Rodriguez, che entravano e uscivano dal campo, ma coach Itoudis a lui non ha mai rinunciato nel finale di fuoco. L'emblema, quel rimbalzo finale strappato con rabbia e l'urlo rivolto alla curva dei tifosi russi: un leone, niente da dire. Oggi la finale contro l'Efes Pilsen Istanbul sarà il punto più alto della sua carriera. «E' stata una serata bellissima, avevamo le spalle al muro e riuscire a ribaltarla non era facile, ci siamo riusciti con la difesa. So che c'è tanta gente a Pesaro che mi guarda ed è orgogliosa di quello che faccio -ha detto Daniel -. Non sono stato preso al Cska perché mi arrivino palloni per segnare, ma per organizzare la squadra e portare la mia esperienza, faccio quello che serve». QUANTO ad Andrea Cinciarini, Milano continua a prendere ogni stagione un play straniero diverso, ma alla resa dei conti è sempre da 'Cincia' che torna per affidargli la squadra. Magari per un infortunio, come questa volta, ma in realtà lo staff dell'Armani sa che persona è: maturo, intelligente, umile, ma con personalità: «Ne ho visti passare tanti - ha detto - ma dopo quattro anni sono ancora qui. Ho aspettato il mio momento, anche quando in Eurolega non giocavo, ma sono rimasto concentrato perché so come vanno queste cose e adesso sono pronto»