vita rf« social I ragazzi in posa con gli agenti e i cestisti e il coah della Pallacanestro Cantù in piazza Garibaldi Un agente mentre illustra i rischi dei social su un maxischermo «Ragazzi, state attenti ai social» Il basket in campo con gli agenti Cantù.Tanti studenti in piazza Garibaldi per le lezioni della polizia di Stato sui rischi del web Testimonial d'eccezione coach Brienza e alcuni giocatori: «Anche noi sotto attacco sui siti» CANTÙ CHRISTIAN GALIMBERTI Il pericolo, più che virtuale, è reale, quanto lo è già il mondo di Internet. Con ragazzini, sull'esempio negativo degli adulti, ossessionati dagli smartphone. E che, in Rete, come tutti, rischiano di essere bullizzati o, peggio, di essere agganciati da personaggi con pessime intenzioni. Per parlare di questo, in piazza Garibaldi a Cantù è arrivato il camion di "Una vita da social", la campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni su social network e cy-berbullismo. Testimonial d'eccezione: la Pallacanestro Cantù e i canottieri lariani. Due studenti su tre sono vittima di bullismo. Un teenager su quattro posta sui social al- meno un selfie al giorno. Il tour, partito da Matera, ha avuto in Cantù - ieri mattina - una delle 47 tappe. I partecipanti Tra i presenti, anche il questore di Como Giuseppe De Ange-lis, una rappresentanza della Polizia di Stato della Questura comasca e il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni. Tra le 9 e le 13, è stato possibile incontrare 150 ragazzi delle scuole secondarie di primo grado - le medie - della città. A volte, anche gli sportivi finiscono nel tritacarne dei social. Soprattutto quando capita di perdere una gara. «Io come allenatore, ma anche i ragazzi e i giocatori - ha spiegato il capo allenatore Nicola Brienza, presente con la dirigenza al completo, l'assistente Ugo Du-carello e, per i giocatori, capitan Salvatore Parrillo e Bi- ram Baparapè - a volte possiamo essere delle vittime. Ci sono dei momenti in cui una sconfitta crea dei problemi». «Quest'anno, senza fare nomi, avevamo dei giocatori molto sensibili, per cui succedeva che, sul fronte delle critiche, alcuni leggevano sui social e poi si chiudevano in se stessi -ha aggiunto - Ovviamente era riferito a un aspetto puramente sportivo, però capitava che qualche giocatore fosse in difficoltà». L'impegno «E quindi - ha spiegato - c'era, da parte nostra, il tentativo di ricreargli la fiducia. Un'educazione sin da quando si è bambini, su come interagire, come usare questi strumenti, è importante che si abbia. Intanto: grazie alla Polizia». Tra i testimonial, anche i campioni del mondo di canot- faggio Livio La Padula e Arianna Noseda, di casa sul Lario. «Sono qui da cinque anni a Como - ha spiegato La Padula - quello che mi ha fatto integrare sono stati i rapporti umani. Io vedo ragazzi che sono sempre davanti al cellulare dalla mattina alla sera, magari non si parlano nemmeno. Ma la vera famiglia siete voi, quan- do fate gruppo tra voi. Usate ma non abusate della tecnologia. Piuttosto: fate sport, anche per stare a contatto con i vostri amici». «Lo sport aiuta a fare gruppo, a conoscere gente - ha aggiunto Noseda - Anche io penso che i social vadano usati, ma con calma, senza insultare, senza esagerare. A volte le parole fanno male». Quindi, foto di gruppo finale. Postata - perfettamente a tema - sui social. I Tra gli sportivi presenti anche i canottieri Livio La Padula e Arianna Noseda l controlli sui giovani Dalla droga alle indagini su Internet Le unità cinof ile All'anagrafe (canina): pastore tedesco. Lavoro: Polizia di Stato. Kira, il cane antidroga. E Pongio, specialista in contesti antisommossa. Sono questi i due "alleati" che ieri i poliziotti hanno mostrato in azione ai ragazzi delle scuole, sul palco di piazza Garibaldi. Entrambi sono stati portati a Cantù dai cinofili della Questura di Torino. I ragazzi hanno quindi potuto assistere a una dimostrazione. Kira, ad esempio, ha svol-toalla perfezione il suo lavoro nella simulazione: sostanza stupefacente trovata. La tendenza Nella giornata di ieri, la Questura di Como ha diffuso alcuni dati nazionali. I social network sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidiani-tàdeiteenagerein virtù del numero sempre maggiore degli adolescenti presenti sul web hanno determina-tounacrescitaesponenzialedei minori vittime di reati contro la persona che negli anni è raddoppiato: dai 104 casi registrati nel 2016, si è passati ai 177 nel 2017 e ai 208 trattati nel 2018. Le vittime hanno tutte un'età compresa tra i 14 e i 17 anni. Ancora oggi i ragazzi sembrano pensare che il web sia una specie di "terra di nessuno". L'attrazione per il selfieallevolteètaleda spingerei giovani a mettersi deliberatamente in una situazione di pericolo. Il 35% dichiara di aver provato a farsi un autoscatto in condizioni potenzialmente pericolose, prevalentemente alla guida del motorino o della macchina. L'attività repressiva in Lombardia, nel contempo, ha prodotto 92 perquisizioni per detenzio