L'INTERVISTA BRUNO ARRICONI. Consulente della Pallacanestro Cantù «Meno male che i nostri giovani si ricordano del loro vecchio "zio" Bruno» «PROMUOVO BRIENZA MERITA LA RICONFERMA CON UDANOH NOI SESTI» LUCA PINOTTI Consulente, voce esperta, consigliere. Lui è Bruno Arrigo ni e tanto basta per sfuggire alle classificazioni. Basta a inquadrare il personaggio, il suo carisma e la sua importanza per la Pallacanestro Cantù. Per quella che è stata la storia, certamente, ma anche per un presente in cui - seppur con un ruolo formalmente defilato - è stato una delle figure legate alla rinascita di Cantù. E quindi ha più che una voce in capitolo per giudicare, analizzare e tirare le somme di una stagione. Con una certezza granitica: «Brienza deve restare». Quanto ha inciso Arrigoni nella stagione di Cantù? Poco, perché avevo un ruolo chiaro. Nel momento in cui tutti si sono dati da fare per salvare la Pallacanestro Cantù, Roberto Allievi mi ha chiesto di supportare il coach. E com'è andata? Non mi sono ammazzato di lavoro, sia ben chiaro. Ero presente al campo due-tre volte alla settimana, alle partite, per vedere all'opera la squadra e per confrontarmi con lo staff tecnico. Ma ci tengo a dire che non sono mai intervenuto direttamente per risolvere chissà che, perché Brienza e il suo staff, con spirito costruttivo, sono sempre riusciti ad andare oltre agli ostacoli e ai problemi con tempestività ed energia. Èda Brienza che Cantù deve riparti re l'anno prossimo? Direi proprio di sì e spero che si arrivi alla conferma. La merita tutta e l'orientamento della società è questo. Quali sono i meriti del coach? Ha saputo affrontare e superare le difficoltà, non solo quelle legate alla società, ma anche quelle tecniche. Perché non è facile perdere in pochi giorni un giocatore forte come Uda-noh e un fuoriclasse come Mi-tchell. Ha saputo inventarsi La Torre titolare con un minutag-gio superiore a tutte le aspettative. Quindi, promuovo Brienza. La stagione di Cantù è stata... Largamente positiva, considerato tutto. Quando termini il campionato con 16 vittorie è sempre una grande stagione. Merito della società, che ha saputo infondere fiducia e ottimismo, e dello staff per le ragioni a cui accennavo prima. Molti giocatori si sono valorizzati a Cantù, che ne pensa? Quando Gaines è il miglior marcatore, Jefferson il giocato- re con la valutazione più alta e Carr il miglior Under 22, significa che si è lavorato benissimo. Non voglio essere impopolare a tutti i costi, maGerasimenko difficilmente ha sbagliato un acquisto: si vede che è ben consigliato. C'è un po' di rimpianto per la mancata qualificazione ai playoff? Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, un suggello straordinario. Purtroppo Cantù ha pagato le sconfitte e gli scarti dell'andata. Peccato, si sarebbe parlato ancora di Cantù per un paio di settimane e le partite dei playoff avrebbero dato un'ulteriore spinta emotiva all'ambiente. Magari con un Udanoh in più, Cantù avrebbe potuto arrivare sesta. Visto che siamo in argomento, chi è la favorita per lo scudetto? Milano resta la più attrezzata, male assenze pesanti lapos-sono condizionare, come si è visto sabato contro Avellino. Fosse ildirettoresportivo.chi confermerebbe Arrigoni del rosterdi Cantù? Mi chiedo chi non vorrebbe rivedere conia maglia di Cantù uno come Gaines, che ha riscattato l'anno negativo da rookie a Caserta e Pesaro. O Jefferson, un giocatore che vuole vincere sempre. Sono due giocatori che hanno avuto modo di esprimersi al meglio delle loro possibilità. Resteranno? Beh, questo non dipende da me. Ci sono tante dinamiche e il mercato lo guidano i giocatori con le loro agenzie. Dipende dalle loro aspettative e dal percorso tecnico che desiderano intraprendere. Oltre, ovviamente, al budget messo a disposizione dalla società: Cantù per l'anno prossimo deve puntare a un campionato decoroso. Rivedremo Arrigoni a Cantù in questa o in un'altra veste? Con la società non ho ancora parlato, stanno chiudendo una stagione e ne devono preparare un'altra. Io non mi vedo in ruoli diversi: ho 74 anni, mi manca un po' l'energia per essere tutti i giorni "sul pezzo". Però anche quest'anno ho visto un sacco di partite, non sono stato con le mani in mano. Simone Ciof rè premiato come miglior dirigente della serie A, Della Fiori la cita sempre nei ringraziamenti. Si sente un "maestro" per questi giovani dirigenti? Mi fa piacere che emergano dei giovani nel nostro mondo, piacere che raddoppia considerando che sono di scuola cantuona. Li reputo coraggiosi e in gamba, farsi strada in questo basket in cui mancano progettualità e soldi non è facile. Meno male che si ricordano del loro vecchio "zio" Bruno: quando siamo in giro insieme, mi fanno da badanti... Bruno Arrigoni, 73 anni, consulente tecnico del club brianzolo butti I «Quando siamo