L'Agnelli del basket regalò un sogno a Sassari Un regno di 33 anni: con lui la Dinamo dalla C alla A2. Uomo d'altri tempi ma moderno come pochi Milia con Federico Casaiin nel 2018 » SASSARI_____________________ Il suo posto al PalaSerradimi-giii da un po' di tempo era vuoto. Da dietro la panchina nella postazione presidenziale al posto d'onore a bordo campo e poi non se ne perdeva una di partita, alla televisione. Come fino a quando ha potuto non ha saltato il rito della passeggiata a Platamona, anche in pieno inverno. La sua Platamona, e la sua Dinamo. Dino Milia ha piantato il seme e l'ha curato, innaffiato con e di passione, l'ha fatto crescere e la pianta Dinamo grazie a lui ha messo radici saldissime sui campi di basket di tutta Ita- lia, arrivando allo scudetto. Se nel calcio l'Avvocato era Gianni Agnelli, nel basket c'era solo quel sassarese dalla battuta sempre pronta che nella squadra identificava se stesso e la sua famiglia, il suo bene più caro. Non è un caso che i figli abbiano seguito le sue orme, da Francesco a Paola, da Marco a Sergio tutti hanno giocato a basket, e di Sergio sosteneva che è stato uno dei giocatori più forti mai visti a Sassari. Con la sua creatura ha fatto sognare generazioni di sportivi, lungo i suoi lunghi, intensi, vivissimi 33 anni di reggenza. È stato un pioniere illuminato. Ha creato passione e ha fatto innamorare tutti di uno sport che prima a Sassari non esisteva, non a quei livelli. Dalla C alla A2, da pochi dirigenti a un'impresa funzionante, fino al primo sponsor. La Banca Popolare di Sassari e poi il Banco di Sardegna, l'unica firma più longeva di lui alla Dinamo, da lunedì notte. E mai l'ha lasciata sola, nella buona e nella cattiva sorte, come si dice fra sposi sempre innamorati l'uno dell'altro. La scelta degli stranieri, dalla coppia Tom Sheehey-Floyd Alien a Crazy George Banks, il più amato. Mentre non sopportava gli americani che non legavano con il gruppo italiano. Uomo d'altri tempi, sì, l'avvocato. Ma moderno come pochi. È stato lui a inventare la promozione dei prodotti sardi in trasferta. Monzette, porcetto, formaggi. Tutti gradivano. E apprezzavano anche i commercianti coinvolti dal presidente. Fu durante una visita della squadra della Dinamo in Quirinale che il presidente Cossiga annunciò per la prima volta che si sarebbe levato qualche sassolino dalle scarpe. Poi, non c'è circolo di immigrati che non abbia avuto a che fare con la Dinamo e non c'era dirigente delle altte squadre che non abbia apprezzato. I messaggi ieri si sono sprecati. Dai coach Pancotto e Miche-lini ai giocatori. A partire da Emanuele Rotondo, nato il 26 novembre come il suo presidente, uomo di sport e di gran cuore. La tavolata nel ristorante scelto per il dopo partita era una festa, anche se sul campo era andata male. Una delle sue caratteristiche vincenti, poi era il saper pesare gli uomini, oltre che i giocatori. E da uomo di elevato spessore morale, lui di destra, aveva un rapporto simbiotico