Cantù, una trappola sul coach Vogliono portarli via Brienza Basket. Le discussioni tra le due parti sul contratto non sono andate ancora a buon fine La priorità è confermarlo, ma intanto arrivano offerte importanti da Trento e da Pesaro EDOARDO CERIANI CANTÙ Gli interpreti, in ordine di apparizione. Virginio Bernardi, il manager, Andrea Mauri, il dirigente responsabile, Davide Mar-son, il presidente designato, e Nicola Brienza. Più, tutta attorno, una serie di attori non protagonisti, ma che lo stesso - con ruolo più o meno marginale - sono stati, o sono, sulla scena Il giallo Si sta tingendo di giallo il film sul rinnovo del contratto dell'allenatore della Pallacanestro Cantù. Colpa, ma queste sono le regole del mercato, delle sirene che stanno suonando dalle parti di casa Brienza e del suo agente. Nic, inutile nasconderlo, ha visto salire, e di non poco, la proprie quotazioni, alla luce di quanto di buono fatto nel girone di ritorno. Logico dunque che ci si stia muovendo. Per sondare il terreno o per farlo sul serio, però, ancora non si capisce. Di certo, c'è che Brienza non firma, Cantù si inquieta e l'ambiente s'interroga. Stanno per passare ormai due settimane dalla fine della stagione e dell'annuncio non Ve traccia Proviamo allora a ricostruire la sceneggiatura, partendo da lontano. Manca, infatti, circa un mese al termine del campionato quando Virginio Bernardi, l'agente, bussa alla porta di Cermenate. «Nic sta andandobene, secondo me si merita un segnale, anche perché probabilmente lui se lo aspetta adesso, per stare un po' più tranquillo. Firmiamo il rinnovo», questa la ricostruzione, anche se ovviamente, molto fedele. Andrea Mauri non perde tempo, consulta i suoi e coagula una proposta che invia ufficialmente a Bernardi. È la prima l'inizio di unatrattiva e ovviamente si porta dietro delle criticità. Che il "re dei manager" non nasconde ai suoi interlocutori. Anzi. Malavoglia, e tanta, è quella di andare avanti insieme, quindi si prosegue. Cantù riprende il conti-atto, lo lima qua e là, apporta qualche modifica e rilancia. Nonpiace, ancora alla controparte quel "un anno di contratto" scritto in testa. Il coach, o chi per lui, lo fa notare, la società si adegua e, pare avoce e nonper iscritto, assicura un "+1" per un accordo estensibile al secondo anno. E qui ci si ferma Uno convinto di vedere un altro passettino avanti del club, gli altri sicuri che tutto sia a posto. Ma il contratto resta nell'ufficio di Bernardi, senza mai tornare alla Pallacanestro Cantù e soprattutto senza firma dell'interessato. Nel frattempo la stagione, di per sé esaltante, finisce senza sviluppi alcuni. Non bene. Anzi. Tutfaltro. Cresce un po'la tensione. Anche perché, nel frattempo, a Brienza arrivano altre offerte. Trento, inizialmente, che pare metta sul piatto un triennale, poi Pesaro e quindi Reggio Emilia (dove tra l'altro sarebbe in concorrenza con il suo maestro Pino Sacripanti). Bernardi, abituato a stare con i piedi per terra, non è che si senta tranquillo, ma con tutte queste opzioni male non sta. E la firma non arriva colpa anche di quel-l'uno+uno che non diventa mai due alla voce "anni di contratto". Siamo allo stallo, che non fa mai bene. Soprattutto ai rapporti. Che, anche nelbreve e per semplici incomprensioni, possono logorarsi. Alternative Nell'attesa, pare che Cantù non stiaf erma. E nel frattempo avrebbe cominciato a guardarsi in giro. Sondando altre piste. Tipo quella che porta a Federico Perego, già stato a Cantù nello staff di Andrea Trinchieri e che quest'anno ha finito la stagione da capo allenatore al Bamberg in Germania. Ma pure lui, ironia della sorte, sembra sia bloccato da Trento, che nonha ancora deciso se separarsi, malgrado il contratto, da Maurizio Buscaglia. Un tentativo è stato fatto con Marco Sodini, che ha preferito restare a Capo d'Orlando. E pare non stare in piedi, almeno per il momento, la pista che porta a Zare Markovski, forse più accostato a Cantù da un giro di agenti che non da un reale interessamento. Lapriorità, comunque, rima