Happy Casa Brindisi: nel bilancio gli applausi Il futuro? Potrebbe anche partire da questo gruppo di Antonio RODI BRINDISI - "Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo che sto vivendo... Grazie mille", canta Max Pezzali. Le istantanee di una stagione fantastica resteranno sulle sponde dell'Adriatico ben imprese impresse per tanto, tantissimo tempo. Non potrebbe essere altrimenti al termine di una vera e propria cavalcata, nella quale la "banda Vitucci" ha fatto sognare i suoi sostenitori. Un gruppo diventato tale sin dal primissimo giorno di raduno, reso granitico con il passare delle settimane. Dentro e fuori il campo di gioco. È stato il punto di forza di questa squadra, che è stata capace di sbucciarsi le ginocchia anche quando i due punti non erano in palio. Una stagione da record, culminata nella finale di Coppa Italia e da un play off che i biancazzurri sono stati capaci di giocare a viso aperto e senza alcun timore reverenziale. Una punta d'orgoglio c'è: vedere esultare Sassari al termine di una serie così tirata (nonostante il 3-0 possa far pensare ad altro) è la soddisfazione più grande. Certifica il rispetto che Brindisi è stata capace di guadagnarsi nel corso dell'anno. «Devo fare i complimenti a tutta Brindisi, a questa società che ha fatto un gran lavoro, e lo testimoniano i riconoscimenti negli Lba Awards attribuiti a un suo dirigente, il secondo posto del suo coach e i premi a Moraschini e John Brown. I complimenti vanno anche a tutto lo staff e ai giocatori perché questo club ha disputato un campionato incredibile giocando una pallacanestro eccellente. Grazie anche al pubblico, è stato uno spettacolo straordinario vedere la partecipazione calda per incitare la loro squadra ma anche la sportività mostrata nei nostri confronti». Sarà il pensiero di coach Gian-marco Pozzecco alla sirena del 40' di gara 3. Che, di fatto, inorgogliscono ancor di più, perché testimoniano (se ce ne fosse ancora bisogno) della correttezza, dell' attaccamento e dello straordinario sostegno di una tifoseria che ha fatto incetta di complimenti in giro per lo Stivale. Alla Happy Casa rimangono gli applausi ed i complimenti di tutto il mondo della pallacanestro italiana. I sogni, quelli restano purtroppo nel cassetto. Brindisi non è riuscita a sovvertire il pronostico di un quarto di finale che la vedeva partire sfavorita. Ci ha provato con le unghie e con i denti, è andata pure vicina a sovvertire in fattore campo (più in gara 2 che in gara 1 giocate tutte e due sui legni del PalaSerradi-migni), nonché ad allungare ulteriormente la serie e portarla al quatto atto. È mancato poco perché ciò potesse accadere. È mancato un ultimissimo step proprio sotto lo striscione del traguardo. Alla fine è andata a sbattere contro un muro di muscoli e classe, di centimetri, stazza fisica e talento, di una squadra abituata a vincere, soprattutto nell'ultimo periodo (quella ottenuta nell'impianto di contrada Masseriola è stata per Sassari la 12a vittoria di fi- la in campionato, la 19a considerando anche quelle ottenute nella Fiba Europe Cup). Davide non è riuscito a battere Golia, verrebbe da dire. Un gruppo battagliero e combattivo non è riuscito a fermare la corsa dello schiacciasassi. Ma il meraviglioso finale che squadra e pubblico sono riusciti a regalarsi pareggiano con la gioia il rammarico e la delusione. Le lacrime di Adrian Banks e John Brown, così come quelle di Tony Gaffney, oltre alla commozione di coach Frank Vitucci, sono state consolate dai 3500 e passa spettatori che sono rimasti lì inchiodati nell'impianto di contrada Mas-seriola finché i loro beniamini non sono rientrati negli spogliatoi. Di fatto è questa l'istantanea dell'intera stagione di Moraschini e compagni. Il ringraziamento della gente a fine gara, in luì'ondata di emozioni forti che a distanza di qualche ora tardano ancora a dissiparsi. Resta nel cuore quello che questa squadra, assieme a tutto lo staff, è riuscita a fare. È stato un percorso straordinario, di cui andare fieri. La squadra ha dato tutto e non si è mai risparmiata. «Ci tengo a ringraziare tutti i tifosi per il supporto e il calore che ci hanno dato», le parole di Riccardo Moraschini. «Non è finita come tutti volevamo. Non ho fatto la mia miglior partita ma ho dato tutto, come sempre. Mi spiace da morire. Ma usciamo a testa alta dopo una stagione fantastica». Riflettori già puntati sul domani e sarebbe già una grande cosa confermare il blocco di oggi e dare continuità al lavoro di Marino e Vitucci. John Brown e Adrian Banks, due simboli in ina squadra che era partita con il progetto della salvezza senza sofferenze ma ;he alla fine si è trovata a lottare per la conquista dello scudetto. \ destra Andrea Moraschini, uno dei giocatori dal rendimento alto e costante: oggi è uno dei pezzi pregiati del mercato Basket II 3-0